Verrà chiuso entro la fine della prossima settimana il centro migranti di Vučjak, nel nord-ovest della Bosnia ed Erzegovina, presso Bihač. La situazione nel campo è da tempo insostenibile. Tutti i profughi ospitati nella struttura verranno trasferiti in altri centri di accoglienza, meglio attrezzati per garantire loro condizioni di vita accettabili. Lo ha annunciato il ministro bosniaco per la sicurezza, Dragan Mektić. Il trasferimento inizierà lunedì. A Vučjak si trovano tra 500 e 600 migranti, che vivono in condizioni disumane. La struttura è situata vicino ad una ex discarica e ad un campo minato non del tutto bonificato. A più riprese la comunità internazionale negli ultimi tempi aveva chiesto la chiusura del campo, del tutto inadeguato e privo delle più elementari condizioni igienico-sanitarie. Una tendopoli improvvisata, priva di corrente elettrica, acqua potabile e servizi igienici. Nella Bosnia nordoccidentale, a ridosso della frontiera con la Croazia, sorgono anche altri centri, sempre nelle aree di Bihač e Velika Kladuša, dove sono bloccati circa 7 mila migranti; la polizia è arrivata ad imporre il coprifuoco, per evitare violenze e fughe di clandestini verso il territorio croato. Intanto nuova missione in zona del commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Dunja Mijatović, che ha definito la situazione nel campo di Vučjak come la peggiore in tutta Europa. Con la tappa a Sarajevo ha concluso la serie di sopralluoghi; nell'occasione è tornata a rivolgere parole di condanna per i respingimenti violenti al confine con la Croazia da parte delle forze dell'ordine croate. "Ho sollevato la questione con il premier croato già nell'ottobre 2018. La situazione è peggiorata", ha sottolineato, chiedendo lo stop immediato dei respingimenti e "indagini indipendenti" sulle espulsioni e i maltrattamenti dei migranti.
Delio Dessardo