I rapporti internazionali dell’Unione europea, a partire dalla guerra in Ucraina, la conversione ecologica e l’allargamento dell’Unione europea, sono stati i temi principali del discorso sullo Stato dell'Unione, pronunciato dalla presidente della Commissione Ursula Von der Leyen, nel corso della sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo.
Von der Leyen ha preso la parola dopo l’introduzione della presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola, ricordando subito come “L’Europa debba dare risposte alle sfide della storia”: il futuro del nostro Continente, ha aggiunto, “dipende dalle scelte che facciamo oggi e dai passi che compiamo per completare la nostra Unione".
Una delle scelte riguarda l’allargamento dell’Unione e dell’area di Schengen, nella quale, ha detto la presidente dovranno entrare a breve e a tutti gli effetti anche Bulgaria e Romania. Riguardo l’allargamento dell’Unione, Von del Leyen ha ricordato che l'adesione all'Ue "è basata sul merito, e la Commissione – ha aggiunto - difenderà sempre questo principio”. “Abbiamo visto i grandi passi avanti già compiuti dall'Ucraina da quando le abbiamo concesso lo status di candidato e abbiamo visto la determinazione di altri Paesi candidati ad attuare riforme”. “Il futuro dei Balcani occidentali – ha detto - è nella nostra Unione, il futuro della Moldavia è nella nostra Unione, e so bene quanto sia importante la prospettiva dell'Ue per molti abitanti della Georgia”.
Sempre riguardo l’Ucraina la Presidente si è detta “orgogliosa” di annunciare che la Commissione proporrà di estendere la protezione temporanea agli ucraini” e ha ribadito che il sostegno all'Ucraina continuerà, “con una proposta di 50 miliardi di euro di aiuti in quattro anni per investimenti e riforme”.
Sulla gestione delle migrazioni, altro grande tema del momento per l’Unione, la Presidente ha sottolineato come “l'Europa debba dimostrare di saper gestire la migrazione in modo efficace e compassionevole", combattendo il traffico di esseri umani e stabilendo accordi con i paesi di provenienza.
Proprio riguardo la collaborazione con l’Africa, ha aggiunto, l’Europa dovrà dimostrare “la stessa unità di intenti dimostrata nei confronti dell'Ucraina, concentrandosi sulla cooperazione con i governi legittimi e le organizzazioni regionali, sviluppando un partenariato reciprocamente vantaggioso che si concentri su questioni comuni per l'Europa e l'Africa.
Non è mancato un passaggio sul Green Deal, su cui, ha detto, “manteniamo la rotta e rimaniamo ambiziosi”: “Quattro anni fa,- ha spiegato - il Green Deal europeo è stata la nostra risposta alla chiamata della storia, e quest'estate, la più calda mai registrata in Europa, con devastazioni, incendi e inondazioni, ce lo ha chiaramente ricordato”. Von del Leyen ha però anche sottolineato come la transizione debba rispettare delle regole: “La Commissione – ha spiegato - sta avviando un'indagine anti-sovvenzioni nel settore elettrico dei veicoli provenienti dalla Cina”, venduti a prezzi “mantenuti artificialmente bassi da ingenti sussidi statali”, ma è “altrettanto fondamentale – ha aggiunto - mantenere aperte le linee di comunicazione e di dialogo con la Cina”.
Riguardo l’economia Von der Leyen ha poi indicato tre sfide: “La carenza di manodopera e di competenze, l’inflazione e la semplificazione degli affari per le nostre aziende”. “Dobbiamo quindi guardare avanti e stabilire come rimanere competitivi mentre lo facciamo: per questo motivo ho chiesto a Mario Draghi, una delle grandi menti economiche europee, di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea”.
La Presidente ha poi sottolineato come la Commissione abbia raggiunto il 90 per cento degli obiettivi che si era prefissata, e come, in vista delle prossime elezioni europee, il compito dell'Ue nei prossimi mesi, “inizi con il guadagnarsi la fiducia degli europei per affrontare le loro aspirazioni e ansie: nei prossimi 300 giorni – ha aggiunto - dobbiamo finire il lavoro che ci hanno affidato”, e “il voto di giugno è un’occasione utile per decidere che tipo di futuro e che tipo di Europa vogliamo”.
Alessandro Martegani