In Portogallo si cambia, porte sempre meno aperte per i pensionati d'oro. I prezzi delle case tra il 2012 e il 2021 sono saliti del 78 %, rispetto al 35% nell'Unione Europea. Nel secondo trimestre del 2023, inoltre, l'affitto medio di una casa è aumentato di un altro 11% su base annua, secondo i dati ufficiali dell'istituto nazionale di statistica pubblicati la scorsa settimana. Facile per gli ospiti benestanti, insostenibile per gran parte dei portoghesi. E così il premier Costa ha preso una decisione che era nell'aria da tempo: far cessare dal 1° gennaio prossimo gli effetti della legge che 14 anni fa aveva aperto le porte ai pensionati di mezza Europa, garantendo esenzione fiscale totale per i "residenti non abituali" con in tasca un assegno previdenziale. Il primo ministro portoghese ha detto che non ha più senso assicurare la neutralità fiscale per dieci anni a nuovi residenti stranieri.
Un ravvedimento dettato dalle proteste di piazza, come detto, che rischia di avere una ricaduta non marginale su alcune voci di entrata delle casse statali.
Ma il Portogallo non è l'unico paradiso previdenziale: per chi volesse cambiare meta ci sono Grecia, Cipro, Tunisia, Isole Canarie, Albania e Bulgaria, nessuna delle quali applica una tassazione superiore al 10%, e quasi nessuna sul totale dell'assegno pensionistico.
Per quanto riguarda gli italiani, quello dell'esodo è un boom esploso a partire dal 2017, che anche per l'Istituto nazionale di previdenza sociale rappresenta un fenomeno non del tutto marginale. Come ha spiegato il Sole 24 Ore, a gennaio dello scorso anno erano oltre 317mila i pensionati italiani residenti all'estero in 165 Paesi del globo, con assegni versati per un importo complessivo di circa un miliardo e 430 milioni di euro.
Valerio Fabbri
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