Foto: Reuters
Foto: Reuters

Il premier macedone, Dimitar Kovačevski, ha espresso insoddisfazione "per le dinamiche del processo di adesione" all'Unione europea "e l'avvio dei negoziati. La Macedonia del Nord è candidata da quasi 18 anni, abbiamo firmato l'accordo di associazione 21 anni fa", ha precisato. "Nel marzo 2020 il Consiglio europeo ha deciso per l'avvio incondizionato dei negoziati, ma non sono ancora partiti. Ciò che succede ora è un problema serio per la credibilità dell'Ue", ha aggiunto. "Stiamo perdendo tempo prezioso che non abbiamo a disposizione".
Il primo ministro macedone ha poi affermato che la proposta di Parigi è inaccettabile per Skopje. Recentemente, infatti, la presidenza francese del Consiglio dell'Ue ha approvato alcune modifiche al quadro negoziale della Macedonia del Nord che dovrà superare il veto della Bulgaria per l'avvio dei negoziati di adesione. "La Macedonia del Nord e l'Albania, ma anche tutta la regione, non possono restare bloccati in questa situazione a causa di un singolo Paese. Non possiamo permettere che una questione bilaterale divenga multilaterale", ha detto ancora il premier macedone.
Il capo del governo albanese, Edi Rama, ha espresso un "profondo lutto per l'Unione europea". "L'aggressione russa" all'Ucraina "sta ricevendo un aiuto non richiesto da un Paese Nato, la Bulgaria", che bloccando l'avvio delle trattative di adesione con Macedonia del Nord e Albania "aumenta il risentimento" nella regione, ha detto Rama. L'Albania però continuerà "il percorso di adesione", nella speranza di diventare un membro dell'Ue "nel prossimo secolo". Secondo il primo ministro, "il problema" non è soltanto la Bulgaria, "ma lo spirito distorto dell'allargamento. Ventisei Paesi sono impotenti tutti insieme", davanti al veto messo da un singolo Paese.


E. P.