La vicina Austria si appresta a riaprire a metà maggio, ma il mondo politico resta ancora diviso tra coloro che preferirebbero un atteggiamento più prudente e quelli che invece vorrebbero ritornare alla vita normale praticamente subito, cavalcando in alcuni casi il malessere che esiste in alcune fasce della società.
Tra questi i più estremi sono sicuramente alcuni rappresentanti e militanti della FPÖ che dopo aver organizzato manifestazioni pubbliche dove molti non indossavano la mascherina, hanno deciso di assumere la stessa linea anche in Parlamento dove i deputati del partito di estrema destra continuano a presentarsi alle sedute senza mascherina, benché in realtà sia obbligatoria per decreto. Contrario a questo comportamento il segretario politico del partito Norbert Hofer che ha invitato più volte i suoi colleghi a non infrangere la direttiva, senza ricevere alcun feedback positivo visto che allo stato attuale risulta l’unico ad indossarla durante le riunioni.
Una posizione la sua che gli sta causando non pochi problemi, poichè si parla di possibili cambi al vertice di questa compagine che mai come in questi ultimi mesi sta cavalcando la pandemia e soprattutto le posizioni complottistiche di parte della società austriaca, contraria alle misure anti-covid in vigore.
Ultima per ordine di tempo, ma per questo non meno grave, la polemica scaturita da un post su Facebook pubblicato da un esponente di primo piano della FPÖ i Bassa Austria, Gottfried Waldhäusel, che ha diffuso la notizia che i migranti occuperebbero più della metà delle terapie intensive del Land e che avrebbero anche precedenza nella campagna vaccinale. Informazioni totalmente infondate, che nonostante le smentite da parte delle istituzioni coinvolte, continuano però a circolare, fomentando la xenofobia presente nel paese, che non è venuta meno neanche durante la pandemia.
Barbara Costamagna