Inizialmente in Austria, era previsto che la maggior parte dei negozi, delle scuole, dei ristoranti e dei bar potessero riaprire il 18 gennaio, dopo che nei due giorni precedenti sarebbe dovuta essere approntata una campagna di massa di test rapidi; che, se negativi avrebbero permesso di uscire da casa e svolgere le attività consentite ai cittadini che si fossero fatti esaminare, mentre per coloro che non si fossero sottoposti ai test sarebbe valso il lockdown duro fino a quello che ora è invece diventato il termine ultimo della fine del lockdown duro per tutti, ossia il 24 gennaio.
L'opposizione, però, ha respinto il disegno di legge che avrebbe fornito una base giuridica per i test di massa volontari come condizione affinché i cittadini potessero recarsi nei negozi e nei ristoranti. Socialdemocratici (SPÖ) e liberali (FPÖ) hanno ritenuto, infatti, incostituzionali alcuni punti della legge; che anche il servizio costituzionale dell'ufficio del Cancelliere aveva definito discutibile per alcuni suoi articoli relativi alle conseguenze legali del fare o meno il test, considerati poco chiari. D’altronde c’era chi contestava, inoltre, l’utilità dei test visto che il risultato ottenuto è valido solo per le successive 48 ore, dopo di che la negatività non ha più alcun valore.
Qualcuno spera ancora in una possibile riapertura delle scuole il 18 gennaio, sebbene il ministro della Salute Rudolf Anschober, interrogato su questo argomento, abbia risposto in modo sibillino che “una chiusura è una chiusura”, facendo capire tra le righe che il processo educativo continuerà probabilmente da casa.
Comunque la discussione continua per quanto riguarda la possibilità di testare alcune categorie professionali, anche se l’apertura sembra più lontana anche a causa delle previsioni di crescita che vengono fatte per le prossime settimane come risultato dei leggeri allentamenti concessi nel periodo natalizio.
Barbara Costamagna