Il presidente del Partito di Azione Democratica (SDA), Bakir Izetbegović, nonostante il suo partito non abbia vinto a Sarajevo e in altri grandi comuni come Tuzla e Mostar, si è detto comunque soddisfatto poiché la sua compagine ha ottenuto otto nuovi sindaci in più rispetto alle elezioni di quattro anni fa e registrato una crescita del numero dei consiglieri comunali in quota SDA.
A portare a casa la vittoria nei comuni di Staro mesto Sarajevo e Nova Sarajevo è stato invece il Partito Socialdemocratico della Bosnia Erzegovina, BiH (SDP BiH), che si è imposto anche a Tuzla, Bosanska Krupa, Goražde e Bugojno. Il presidente dei socialdemocratici Nermin Nikšić ha espresso, comunque, la sua insoddisfazione per la perdita della guida di alcuni comuni, dove a crescere sono stati i partiti connotati nazionalmente.
A Mostar a vincere è stato l’HDZ della Bosnia Erzegovina, il partito dei croati che porta a casa la maggioranza nel consiglio comunale. A Zenica, a imporsi è stato Fuad Kasumović dell'Iniziativa per la Bosnia-Erzegovina (BHI KF). Nella Republika Srpska, ha vinto a man bassa il partito dei serbi di Bosnia-Erzegovina, Zveza, con il 70% delle preferenze raccolte dalla compagine guidata dal presidente Milorad Dodik.
Le elezioni si sono svolte per la prima volta secondo la nuova legge elettorale, che vietala candidatura dei criminali di guerra condannati e introduce la videosorveglianza e la scansione elettronica delle schede elettorali. Nuove tecnologie che in questa tornata elettronica sono state applicate solo parzialmente, sotto forma di progetto pilota.
Barbara Costamagna