L'opzione che la Russia prenda l'occasione della chiusura del gasdotto Nord Stream 1 per lavori come pretesto per chiudere definitivamente le forniture è considerata molto probabile. Lo afferma il ministro francese dell'Economia, Bruno le Maire, esortando l'Europa a prepararsi. Anche l'omologo tedesco, Robert Habeck, ritiene possibile uno stop completo a partire da oggi. In Germania si temono forti aumenti dei costi energetici, di oltre 2.000 o 3.000 euro all'anno per le famiglie, che le fasce più deboli della popolazione potrebbero non farcela a sostenere.
Intanto il colosso energetico russo Gazprom ha annunciato che per oggi fornirà alla Eni volumi di gas pari a circa 21 milioni di metri cubi, molto meno rispetto a una media degli ultimi giorni di circa 32 milioni di metri cubi. Lo ha riferito la stessa Eni, precisando che fornirà informazioni aggiuntive in caso si registrassero nuove e significative variazioni dei flussi.
In Slovenia, intanto, la società Plinovodi, che si occupa di infrastruttura tramite la quale il gas giunge dal confine al consumatore, ha fatto sapere che al momento ai punti di connessione al confine non si segnalano interferenze. Tutte le quantità ordinate raggiungono i consumatori, ha precisato l'azienda. Inoltre, i fornitori di gas non hanno annunciato nessun cambiamento nelle consegne al di fuori del quadro precedentemente previsto.
E. P.