Si è concluso con un nulla di fatto il colloquio tra i ministri degli Esteri ucraino e russo, Dmytro Kuleba e Sergey Lavrov, in Turchia. Kuleba ha spiegato che non sono stati fatti progressi nel raggiungere un accordo in merito a una tregua. La situazione più critica si registra in questo momento nella città sud-orientale di Mariupol, dove le forze russe hanno ieri bombardato un ospedale pediatrico, provocando tre vittime. Nuovamente una smentita dalla controparte russa, secondo cui la struttura è già in precedenza stata sgomberata per venir usata come base dai battaglioni nazionalisti. Il ministro ucraino si è detto disponibile a nuove discussioni in questo formato, ma a suo avviso al momento Mosca non sembra interessata a un cessate il fuoco. Lavrov da parte sua ha sottolineato che la Russia ha già presentato le sue richieste all'Ucraina e rimane in attesa di una risposta. L'incontro si è concluso con un appello, da parte di Kuleba, per una negoziazione diretta tra il leader del Cremlino, Vladimir Putin, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Per Lavrov si tratta di un incontro fattibile, ma bisogna prima "preparare il terreno". Rafael Grossi, a capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha intanto annunciato una visita a sorpresa ad Antalya per discutere con i due ministri la questione urgente di garantire la sicurezza degli impianti nucleari ucraini. "La situazione negli impianti del Paese prima dell'aggressione russa era stabile", ha sottolineato il ministro Kuleba. La Russia ha intanto lasciato formalmente il Consiglio d'Europa. Lo rende noto Lavrov in una nota in cui si afferma che il corso degli eventi è diventato irreversibile e la Russia non ha alcuna intenzione di sopportare le azioni sovversive dell'Occidente.
Maja Novak