Lo spauracchio a questo punto si chiama “stagflazione”, una parola che di solito si studia solo di libri di economia, ma che rappresenta uno scenario sempre più discusso e verosimile in Europa, e che si verifica quando all’aumento dei prezzi, l’inflazione, si associa una stagnazione economica.
Si tratta di uno scenario che in un mercato perfetto non sarebbe possibile, ma che può innescarsi a causa di fattori esterni, come l’aumento dei prezzi dell’energia, e che potrebbe verificarsi in Europa, dove la Banca Centrale Europea per ora, pur non escludendo che l’inflazione sia al suo apice, non ha rinunciato a ritoccare ulteriormente i tassi, aumentando il costo del denaro nella speranza di raffreddare l’economia.
Qualche segnale sembra esserci: gli ultimi dati Eurostat rivelano infatti che il tasso di inflazione annuale dell'Eurozona si è attestato al 5,2 per cento ad agosto, un decimo in meno rispetto alla previsione del 5,3 (i tassi annuali più bassi sono stati registrati in Danimarca, Spagna e Belgio, tutti sotto il 2,5, mentre il più alto è quello dell’Ungheria, con il 14,2 per cento), ma evidentemente non è abbastanza per la BCE, che ha confermato l’aumento e non ha escluso di continuare ad alzare i tassi in futuro. Una linea che ha generato più di qualche perplessità, evocando il rischio che, a furia di frenare, la macchina economica rischi di spegnersi del tutto, facendo cadere l’economia in recessione nonostante il prezzi in aumento.
A spingere l’inflazione in Europa sono ancora una volta i costi dell’energia, che, per stessa ammissione della Commissione europea, pur con una flessione nel 2023, “dovrebbero avere un nuovo lieve aumento nel 2024, a causa del rincaro del petrolio”, e il settore dei servizi. La stessa Commissione ha però affermato che sull’andamento dei prezzi “gravano ancora rischi e incertezze”. Una linea ribadita anche dalla presidente della BCE, Christine Lagarde, che, secondo un’ormai consueta abitudine, non ha dato certezze, affermando, dopo il nuovo aumento, che i tassi, “rimarranno a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario, e non abbiamo discusso per quanto tempo”.
Come se non bastasse il prossimo obiettivo della Bce sembrano essere le banche: per drenare ulteriore liquidità dal sistema finanziario, frenando così ulteriormente il tasso di inflazione, la Banca centrale europea potrebbe infatti decidere di alzare l’ammontare delle riserve obbligatorie che le banche dell’Eurozona depositano presso l’Eurotower.
Alessandro Martegani