Sono 43 i paesi europei che "hanno implementato restrizioni alla circolazione interna parziale o totale", 32 invece quelli che "si stanno muovendo per allentare con attenzione alcune delle misure adottate, poiché riescono a controllare la trasmissione del virus". Se le misure chiave non vengono allentate progressivamente "e se la transizione non viene pianificata con attenzione e gradualità" - secondo Hans Kluge - la situazione potrebbe subire rapidamente una ricaduta. L'Europa rappresenta infatti il 45% dei casi ed il 60% dei decessi globali associati al Covid-19, ha aggiunto il direttore regionale per l'Europa dell'Organizzazione mondiale per la sanità.
Dallo scorso 12 aprile, per quattro settimane, è stata segnalata una diminuzione del numero di contagi ogni giorno. "Lentamente, ma sicuramente, stiamo vedendo segni positivi. Purtroppo, tuttavia, non possiamo dire lo stesso per tutti i Paesi", ha affermato ancora Kluge, precisando che, nell'ultima settimana, in Bielorussia, Kazakistan, Russia e Ucraina è stato registrato un aumento dei nuovi casi di contagio.
Inoltre, sempre secondo Kluge, misure restrittive e lockdown hanno generato stress e ansia tra le persone. In aumento anche la violenza su donne e bambini, l'isolamento e la paura hanno infatti innescato aggressività e violenza. L'aumento delle segnalazioni, in aprile, è arrivato al 60% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
E. P.