L’attentato di ieri sera a Strasburgo, porta nuovamente la Francia a confrontarsi con il terrorismo di matrice islamica. Barbara Costamagna, nella trasmissione “I Divergenti” di Radio Capodistria, ne ha parlato con il giornalista Tomas Miglierina, inviato della Radio-Televisione Svizzera e con il professor Mario Del Pero, professore associato in Storia ed Istituzioni delle Americhe presso l’Università di Bologna, oltre che professore di Storia internazionale presso l’esclusivo “Istituto di studi politici” a Parigi.
Tomas Miglierina si trovava proprio a Strasburgo per i lavori del Parlamento europeo; alle ore 20, al termine di un collegamento con il tg per cui il giornalista lavora, sui social è iniziata a circolare la notizia dell’attentato. Miglierina ha spiegato che quella è proprio l’ora in cui gran parte dei deputati e dei giornalisti impegnati nel Parlamento si apprestano a lasciare la sede. La sicurezza ha però chiuso tutti gli accessi, bloccando chi ancora era presente fino a notte inoltrata; blindato inoltre il centro storico di Strasburgo, dove si trova appunto il mercatino, punto in cui ha colpito l’attentatore. Questo nonostante le forze dell’ordine abbiano cercato di prevenire qualsiasi problema, memori degli attentati degli scorsi anni con i furgoni, disponendo di traverso un grande camion bianco a protezione dei visitatori e delle barriere con gli addetti che controllavano gli accessi. Non a caso l’attentatore è entrato verso l’orario di chiusura quando la sicurezza ha allargato le maglie. Da rilevare come ormai si tratti sempre più raramente di azioni coordinate da gruppi ma piuttosto di azioni di lupi solitari cha agiscono anche con mezzi minimi, ovvero senza esplosivi. Miglierina ha poi fatto un’ultima considerazione su come azioni come questa influiranno sulle prossime elezioni europee, dove il tema diventerà ancora una volta la paura, portando ad una ulteriore avanzata dei partiti populisti, tutto ciò sullo sfondo di una brexit sempre più caotica.
Ad intervenire inoltre durante la trasmissione è stato il professor Mario Del Pero, che ha evidenziato come ora il clima a Parigi sembri quello del 2015, con il riaffiorare delle paure per altri attentati emulativi. Nella capitale l’ordine pubblico è già “provato” dai Gilet gialli, movimento che rappresenta il ceto medio che sta percependo in questi ultimi anni un impoverimento relativo e che prova quindi paura per i processi di integrazione, che potrebbero anche cambiare il volto della Francia, arrivando quindi a queste forme di protesta nuove e radicali. In questo scenario Emmanuel Macron sembrava l’ultima carta giocabile dalle élite transalpine, ma il presidente francese ora si troverà a dover fronteggiare le pesanti ripercussioni economiche che le concessioni da lui promesse porteranno al Paese.