Lo studio esplora ricadute e possibili scenari di ripresa per le imprese europee. Il risultato è un'Europa a ritmi di risposta differenziati. I risultati dello studio della Commissione Industria del Parlamento Ue, evidenziano come i diversi settori siano stati colpiti in maniera disomogenea. I vari comparti avvertiranno quindi una ripresa diversa a seconda del tessuto nazionale. Per quanto concerne l'Industria dell'auto, nella prima metà del 2020, le fabbriche automobilistiche hanno subito perdite di produzione pari a circa 100 miliardi di euro. È inoltre stato notevolmente ridotto il numero di persone che lavora negli stabilimenti. L'impatto del Covid è stato lieve invece per quanto riguarda le vetture elettriche, secondo le prospettive, queste potrebbero infatti contribuire alla ripresa del mercato dell'auto. Le attività del settore edile sono state ridotte nella maggior parte dei paesi membri, dove si continua comunque a costruire in linea con le misure anti-Covid vigenti. Secondo le previsioni, la ripresa inizierà già nel 2021. Tuttavia, per tornare ai livelli precrisi bisognerà attendere il 2023.
Nessuna certezza invece per quanto riguarda il settore della ristorazione, particolarmente colpito dalle misure restrittive adottate dai governi Ue. Gli esperti evidenziano come, per il momento, sia impossibile fare delle stime attendibili, visto che la situazione dipende in gran misura dalla possibilità di riaprire bar, alberghi, ristoranti o organizzare eventi. Il settore che invece è maggiormente sfuggito all'impatto negativo delle conseguenze della pandemia è quello dell'industria farmaceutica che dà lavoro a oltre sette milioni di europei. Quest'ultimo è riuscito infatti a risalire già al 98% del livello pre-crisi.
Maja Novak