Risuonano ancora a Kiev le sirene d'allarme; lo hanno fatto anche oggi prima dell'inizio della conferenza stampa dei leader di Italia, Francia, Germania e Romania insieme con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel giardino del palazzo presidenziale.
Un incontro al termine del quale Zelensky ha spiegato che farà di tutto per sbloccare i porti marittimi, ma il primo passo deve essere fatto prima da chi li bloccati, ovvero la flotta russa.
Inoltre, il ministro della Difesa ucraina Oleksiy Reznikov, in seguito all'annuncio dell'arrivo delle nuove armi dagli Stati Uniti, ha dichiarato che gli ucraini libereranno tutti i loro territori, compresi Donbass e Crimea; quest'ultima è un obiettivo strategico proprio perché territorio ucraino. Un traguardo al quale si punta passo dopo passo, ha concluso Reznikov.
Dichiarazioni alle quali ha risposto quasi immediatamente il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, affermando che "se creerà un percorso per l'adesione dell'Ucraina, l'Unione europea mostrerà di ignorare i suoi stessi criteri".
Lavrov ha poi aggiunto che la Russia difenderà "l'indipendenza" delle autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Lugansk "entro i confini dei territori in cui hanno tenuto il referendum del 2014".
La Russia ha inoltre avvertito che i flussi di gas verso l'Europa, attraverso il Nord Stream 1, potrebbero essere sospesi, dopo i problemi nelle riparazioni delle turbine per mancanza di componenti, a causa delle sanzioni. L'ambasciatore russo all'UE Vladimir Chizhov ha dichiarato che un arresto completo dei flussi nel gasdotto, che fornisce gas dalla Russia all'Europa sotto il Mar Baltico, sarebbe una "catastrofe" per la Germania. Il flusso del Nord Stream verso la Germania è stato già interrotto due volte questa settimana, secondo Berlino, con l'obiettivo di provocare l'aumento dei prezzi.
Davide Fifaco