L'Unione europea non rimarrà a guardare in caso di aggressione russa nei confronti dell'Ucraina. Questo il messaggio emerso dal Consiglio europeo di giovedì scorso, in cui è stata discussa la delicata situazione tra Mosca e Kiev.
I due paesi sono ai ferri corti dal 2014, quando Mosca ha annesso la penisola di Crimea, appoggiando poi la rivolta armata delle regioni russofone di Donetsk e Luhansk contro il governo di Kiev, un conflitto che fino ad oggi ha portato ad almeno 14mila vittime.
Ora lo scontro sembra di fronte all'ennesima escalation, dopo che i servizi di sicurezza americani hanno reso pubblici nelle settimane scorse rapporti che proverebbero l'ammassarsi di truppe russe al confine con l'Ucraina, che sembrano preludere ad una possibile invasione armata.
Negli ultimi mesi il Cremlino si è anche ritirato dalla cornice negoziale del “formato Normandia” - facilitato da Francia e Germania – accusando l'Ucraina di non rispettare gli impegni presi col trattato di Minsk, accusa rigettata da Kiev che addossa alla Russia il fallimento del dialogo.
L'Ue ha ribadito di voler supportare “la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina”, e di essere pronta a intraprendere misure importanti contro la Russia in collaborazione con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, tra cui anche ulteriori sanzioni nei confronti di Mosca.
La posizione europea, però, sembra soffrire di divisioni all'interno del blocco, sia su quali azioni della Russia potrebbero far scattare una reazione, sia sull'entità dell'eventuale risposta europea.
Francesco Martino
o Martino