La seconda ondata dell’epidemia avrà un impatto non trascurabile sulla ripresa in Europa. Lo confermano anche i dati sull’andamento della crescita nell’Unione europea diffusi dalla Commissione nelle Previsioni d'autunno.
L’esecutivo europeo parla di una ripresa “interrotta e incompleta”, che vedrà una contrazione del Pil nell’Unione pari a meno 7,4 per cento nel 2020, che sale a meno 7,8 nell'Eurozona, per poi passare in positivo con una crescita del 4,1 nel 2021.
“L’attività economica in Europa ha subito un grave shock nella prima metà dell'anno – dice la Commissione nella relazione - ed è rimbalzata con forza nel terzo trimestre con la graduale revoca delle misure di contenimento”, ma, continua, “la recrudescenza della pandemia nelle ultime settimane sta provocando interruzioni” nella ripresa dovute “alle nuove misure per limitarne la diffusione”. In generale le cifre dell’Unione europea non torneranno ai livelli pre-pandemia nel 2022.
Si tratta di un andamento che renderà ancor più difficoltosa la ripresa nei vari stati membri.
Per la Slovenia la Commissione prevede un 2020 con una crescita negativa pari all’8 per cento, per poi recuperare nel 2021 con una crescita positiva del 5 per cento e del 3,75 nell’anno successivo, ritornando così ai livelli pre-Covid.
Il calo dell’occupazione sarà meno pronunciato del previsto, quasi un punto percentuale, per arrivare a una disoccupazione del 5 per cento, grazie alle misure assunte che hanno evitato il fallimento di molte imprese. Gli aiuti però avranno un impatto su debito, con un deficit salito dal 65,6 per cento del 2019 all’82 per cento nell’anno in corso, ma destinato a calare di più di due punti nei prossimi due anni.
Per quanto riguarda l'Italia, Bruxelles ha diffuso dati più pessimistici rispetto a quelli prospettati dal governo: il Pil italiano subirà una contrazione del 9,9 per cento e una ripresa della crescita al 4,1 nel 2021 e del 2,8 nel 2022. L'Italia è la seconda economia europea più colpita dalla crisi: il paese con la flessione maggiore è la Spagna, con un calo del 12,4 per cento del Pil nel 2020, segue la Francia con un meno 9,4, mentre la Germania rimane a meno 5,6.
Alessandro Martegani
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