L'Unione europea chiede di fare luce sulle brutalità della polizia israeliana contro i manifestanti arabi-israeliani? Allora può "andare a migliaia di inferni", assicura il ministro israeliano dell'Energia Yuval Steinitz. Solo due settimane fa, lo stesso Steinitz aveva elogiato i legami di Israele con l'eE durante le celebrazioni del 9 maggio in occasione della festa dell'Europa nella residenza dell'ambasciatore comunitario in Israele. Ora, per lui, la "Ue è un'organizzazione che nessuno guida e che è meno amichevole verso Israele degli stessi Stati europei".
La repressione ad Haifa
Cos'è cambiato da allora? Martedì l'Europa unita ha condannato la repressione della polizia israeliana contro i manifestanti arabi israeliani ad Haifa, scesi per strada per protestare contro l'alto numero di morti palestinesi registrato al confine con Gaza. Nella sua dichiarazione, l'Ue ha anche affermato che "sarà anche importante, come sostenuto dal governo israeliano, condurre una rapida indagine sulle circostanze che circondano gli eventi della scorsa settimana ad Haifa, con gravi lesioni a Jafar Farah, direttore dell'ONG Mossawa, il Centro di consulenza per i cittadini arabi in Israele".
"Che vada a migliaia e migliaia di inferni", la risposta di Steinitz, ex capo dei servizi di informazione israeliani, a una radio locale. "L'Ue ora aiuterà l'Iran contro le sanzioni statunitensi", ha affermato. Il ministro ha lamentato che l'Europa sta "molestando" Israele mentre "l'Iran sta portando avanti esecuzioni, torturando gli omosessuali, violando i diritti delle donne, sostenendo il terrorismo e Assad, che sta somministrando armi chimiche al suo popolo".
Ben 21 attivisti sono stati arrestati dalla polizia dopo la marcia ad Haifa. Il ministro della Pubblica sicurezza Gilad Erdan ha risposto alla richiesta dell'Ue, affermando che "Israele, in quanto unica democrazia in Medio Oriente, non ha bisogno di richiami moralistici di allarme da parte di un organismo prevenuto e ossessivo come l'Unione europea".
Redazione Bruxelles