Fumata nera al Consiglio dei ministri degli Esteri dei 27 Paesi europei sullo stop alle importazioni del greggio russo. L'Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, ha affermato: "Sfortunatamente non è stato possibile raggiungere un accordo sul sesto pacchetto di sanzioni, sull'embargo al petrolio, e tornerà al Coreper per negoziazioni aggiuntive: gli ambasciatori continuano a discutere". Borrell ha inoltre affermato che la Ue non riconoscerà un solo chilometro quadrato di terra ucraina presa dai russi e che difenderà l'integrità territoriale del Paese invaso.
Ad opporsi al sesto pacchetto di sanzioni è l'Ungheria, che è totalmente dipendente dal petrolio russo ed essendo priva di uno sbocco al mare non può compensare le forniture attraverso le navi. Per questo motivo la Commissione nelle bozze aveva proposto un regime particolare per Budapest, concedendo un'esenzione all'embargo fino al 2024. Il premier ungherese Viktor Orban, parlando al parlamento, dove gli è anche stato conferito il quinto mandato, ha spiegato che l'Ungheria non bloccherà le sanzioni europee contro la Russia fino a quando "non andranno oltre la linea rossa della protezione dell'Ungheria, non mettano a repentaglio la sicurezza energetica nazionale".
Intanto il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan ha annunciato che non dirà sì all'ingresso di Svezia e Finlandia alla Nato.
"Da entrambi i Paesi non c’è un atteggiamento chiaro nei confronti delle organizzazioni terroristiche" ha dichiarato Erdogan, che ha aggiunto: "non diremo sì a coloro che impongono sanzioni alla Turchia". Il capo di Stato turco si riferisce al sostegno dei due Paesi nordici alle milizie curde del Nord della Siria che Ankara ritiene terroristi, ed ai loro limiti alle esportazioni di tecnologie militari in Turchia. Erdogan ha infine accusato la Svezia di essere un "incubatore di organizzazioni terroristiche". "Un musulmano non si fa mettere nel sacco due volte", ha concluso il presidente turco, citando la passata adesione della Grecia, storica rivale dei turchi.
Davide Fifaco