Giorgia Meloni ribadisce la posizione di Fratelli d’Italia che, accanto alla Lega, ha votato contro il documento approvato dall’Europarlamento che chiedeva di prendere provvedimenti contro l’Ungheria per la violazione dei principi base dell’Unione europea, definendo il paese una “minaccia sistemica” ai valori fondanti dell’Unione.
Nel testo, approvato con 433 voti a favore e 123 contrari, si definisce il paese ”un’autocrazia elettorale" e l’Europarlamento chiede alla Commissione e al Consiglio di attivare le misure previste dall'articolo 7 dei trattati europei, la cosiddetta “Clausola di sospensione”, che prevede la possibilità di sospendere i diritti di adesione all'Unione europea, diritto di voto nel Consiglio e finanziamenti compresi, in caso di violazione grave e persistente da parte di un paese membro dei principi sui quali poggia l'Unione, come libertà, democrazia, rispetto dei diritti dell’uomo, delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto.
Si tratta di valori sanciti dall'articolo 2 del Trattato dell’Unione Europea che, dicono gli europarlamentari, si sono deteriorati grazie ai "tentativi deliberati e sistematici del governo ungherese". Qualsiasi ulteriore ritardo nell’attivazione dell’articolo 7, si legge nell’atto approvato, equivarrebbe a "una violazione del principio dello Stato di diritto da parte del Consiglio stesso".
L’Europarlamento aveva già evidenziato la situazione dell’Ungheria nel 2018, lamentando il rischio di gravi violazioni dei valori dell’Unione europea in Ungheria, ma anche all’interno dell’aula di Strasburgo ci sono voci contrastanti sul governo di Orbán, che ha fatto parlare di sé anche di recente dopo la decisione d’imporre alle donne che vogliono abortire di ascoltare il battito del cuore del feto prima di procedere all’interruzione di gravidanza.
"Tutti i partiti ungheresi, si sono indignati per questo documento, anche quelli che si oppongono a Orban – ha detto commentando il voto in aula la presidente di Fratelli d'Italia parlando alla radio -. Il documento votato a Strasburgo è un documento molto politico - ha aggiunto -: c'è un conflitto, la scelta intelligente sarebbe avvicinare le nazioni europee piuttosto che allontanarle. Non possiamo regalare alleati ai nostri avversari”.
Il voto a Strasburgo aveva spaccato la coalizione di centro destra, con Forza Italia che aveva appoggiato il documento di condanna all’Ungheria e Fratelli d’Italia e Lega che invece avevano votato contro: Salvini aveva liquidato la questione affermando di voler pensare agli italiani e non ad altri paesi, mentre Silvio Berlusconi aveva ribadito con forza la posizione europeista degli azzurri.
“La nostra presenza nel governo - ha dichiarato il leader di Forza Italia - è la garanzia assoluta che il futuro governo sarà liberale, cristiano e soprattutto europeista e atlantista”. “Se i nostri alleati, di cui ho fiducia e rispetto, dovessero andare in direzioni diverse, noi non staremmo nel governo”, ha aggiunto.
Sulla questione però il Pd ha attaccato: “La posizione che Lega e Fratelli d’Italia hanno espresso a Strasburgo è incompatibile con la guida di un grande partito occidentale” ha detto il segretario del Pd Enrico Letta al quotidiano La Stampa. “L’ho trovata una cosa gravissima – ha aggiunto -: quando si tratta di prendere posizioni chiare e nette contro i regimi illiberali, Meloni e Salvini stanno sempre sistematicamente dall’altra parte. Orban, il premier ungherese, in questa fase è chiaramente collaterale a Putin e se le destre vogliono fare come Orban, allora l’Italia deve svegliarsi”.
"Ieri Lega e Fratelli d'Italia hanno votato a favore della svolta illiberale dell'Ungheria - ha detto il leader del M5S Giuseppe Conte- : da cittadino, prima che da politico, dico che o la Meloni e Salvini fanno marcia indietro e riconoscono pubblicamente di avere sbagliato su Orban, oppure dico che sono inidonei a governare l'Italia".
Alessandro Martegani