Spianata la strada alla storica Brexit, prevista per 31 gennaio: il parlamento di Londra ha definitivamente approvato l'accordo sull'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea. Per entrare in vigore però il testo necessita della firma della Regina Elisabetta II, forse già quest'oggi, si tratta però di un atto formale e scontato.
La prossima settimana anche l'Europarlamento voterà l'intesa sulla Brexit, l'approvazione dovrebbe avvenire rapidamente e senza intoppi, salvo sorprese all'ultimo minuto. Successivamente, alle ore 23 del 31 gennaio, ora di Londra - mezzanotte secondo l'orario del Centro Europa - la Gran Bretagna sarà ufficialmente fuori dall'Ue, di cui ha fatto parte per 45 anni.
Seguirà la fase di transizione, che si concluderà alla fine dell'anno corrente. Nel frattempo, nulla dovrebbe cambiare: i cittadini dei 27 Paesi Ue potranno tranquillamente emigrare e cercare lavoro nel Regno Unito, e viceversa per i cittadini britannici negli Stati membri dell'Unione. Nei prossimi 11 mesi Londra e Bruxelles dovranno negoziare un'intesa sui futuri rapporti economici, commerciali, nell'ambito del settore sicurezza ed ogni altro tipo, con l'obiettivo di evitare il pagamento di dazi sull'import-export. In un così breve lasso di tempo però sarà molto probabilmente raggiunto un accordo di dimensioni minime, le altre questioni verranno esaminate successivamente. Un eventuale "no deal", già temuto nella prima fase di trattative, può essere ancora possibile, ma non sarebbe nell'interesse di nessuna delle due parti.
Negli scorsi giorni, la Camera dei Lord aveva approvato cinque emendamenti, poi non confermati, sull'accordo di uscita dall'Unione europea. Tra i più significativi quelli che chiedevano il diritto automatico ai cittadini Ue residenti nel Regno di restarci a tempo indeterminato, il diritto dei figli minori di rifugiati di ricongiungersi con i loro familiari e il potere dei tribunali britannici di divergere o meno in determinate circostanze dalle sentenze della Corte europea.
E. P.