Foto: EPA
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245 i seggi che Emmanuel Macron si è portato a casa in questa ultima tornata delle legislative, dove il presidente francese appena rieletto è uscito fortemente indebolito. Lontani, infatti, i 289 seggi necessari per conquistare la maggioranza assoluta e ora, come osservato dal ministro della economia Bruno Le Maire, “ci vorrà molta fantasia” per governare.

Una Francia che sta per entrare in lande ignote, visto che i risultati del secondo turno hanno definito uno scenario totalmente inedito sotto la Quinta Repubblica, aprendo la questione della capacità di Emmanuel Macron di esercitare il potere esecutivo e di far passare riforme considerate da alcuni necessarie, come quella della pensioni, ma che rappresenterebbero una scelta considerata impopolare dai più.

Per farcela dovrà cercare di siglare nei prossimi giorni un’alleanza con i repubblicani e con l’Unione dei Democratici e degli Indipendenti, mentre sarà in corso un doloroso rimpasto di governo, visto che dal 2007 i ministri eletti se non raccolgo i consensi per entrare in parlamento devono rassegnare le dimissioni. Così Macron perderà molti suoi fedeli alleati.

Gongolano, invece, quelli del Nupes che in collegio della periferia parigina ha ottenuto addirittura 12 deputati su 12, confermando Jean-Luc Mélenchon come il nuovo portavoce del malessere delle banlieue; e anche Marie Le Pen il cui partito potrà contare per la prima volta addirittura di un gruppo parlamentare. Il primo ministro Elisabeth Brone non ha nascosto la sua preoccupazione, anche se gli uomini e le donne di Macron continuano nei loro interventi ad allontare l'immagine di un paese ingovernabile.

Barbara Costamagna