A settembre, l'indicatore delle aspettative sull'export in Germania è sceso ulteriormente, registrando una perdita di 6,3 punti rispetto ai già preoccupanti -5,2 di agosto. La crisi sta interessando principalmente il settore metallurgico e l'industria automobilistica, due pilastri dell'economia tedesca. Klaus Wohlrabe dell'Istituto Ifo, che monitora l'andamento del settore esportazioni, ha spiegato che la crisi attuale non è solo un problema ciclico legato a fattori temporanei, ma riflette un cambiamento più profondo e strutturale. Le esportazioni tedesche, tradizionalmente una garanzia di crescita, stanno ora diventando un tallone d'Achille per l'economia del Paese. Come anticipato, uno dei settori più colpito è quello dell'industria auto che soffre soprattutto gli adeguamenti normativi legati alla transizione ecologica. Non solo le vendite di veicoli elettrici in Germania sono crollate del 68% in agosto, ma le case automobilistiche tedesche sono in piena crisi perché' schiacciate dalla concorrenza della Cina. È evidente che la transizione verso l'auto elettrica, sebbene necessaria, non è stata gestita con la rapidità e l'efficacia necessarie. Dopo due trimestri consecutivi di crescita negativa, l'economia tedesca sembra destinata a entrare in una recessione tecnica. Gli indici PMI, che anticipano l'andamento economico, continuano a segnalare una contrazione in industrie chiave come quella manifatturiera. La crisi dell'economia tedesca è una cattiva notizia non solo per il Paese stesso, ma per l'intera area euro. La Germania è da sempre il motore economico dell'Unione, e un suo rallentamento prolungato rischia di avere ripercussioni devastanti sull'economia europea, che già fatica a trovare slancio dopo la pandemia e le tensioni geopolitiche globali.
M.N.