È l’obiettivo più inseguito nel campo della ricerca energetica: la fusione nucleare, processo che potrebbe fornire energia pulita, potenzialmente illimitata e a basso costo al mondo, sembra sempre più vicina.
La notizia è stata confermata dal consorzio che gestisce il reattore sperimentale europeo Jet (Joint European Torus) che ha recentemente generato energia pari a 59 megajoule a intervalli di 5 secondi, equivalente a 11 megawatt. Non si tratta di una quantità significativa in termini assoluti, ma è un grande passo in avanti rispetto ai precedenti esperimenti.
La fusione nucleare, un processo simile a quanto avviene nel cuore delle stelle, è l’opposto della fissione nucleare, quella che avviene nelle centrali attualmente utilizzate, in cui gli atomi vengono spaccati con una reazione a catena, e che producono scorie radioattive. Il processo di fusione invece fonde assieme atomi di idrogeno, sprigionando così una grande quantità di energia, come avviene ad esempio anche nel nucleo del Sole, con bassissime emissioni di radiazioni o sostanze radioattive. Utilizza piccole quantità di combustibile poco costoso e genera circa 4 milioni di volte più energia rispetto alla combustione di combustibili fossili.
I risultati delle ultime prove effettuate con il reattore Jet, realizzato a Culham, nel Regno Unito, sono stati resi noti dal consorzio in collaborazione con l'Istituto tedesco Max Planck per la fisica del plasma. “Abbiamo dimostrato - ha detto in una conferenza stampa Joe Milnes, alla guida del progetto - che possiamo creare una mini stella dentro la nostra macchina e tenerla accesa per 5 secondi ad alto livello. Entriamo quindi in una nuova dimensione”
Il dispositivo era stato modificato per renderlo più simile alle future condizioni di Iter, il reattore sperimentale in via di completamento a Cadarache, nel Sud della Francia, sostenuto da Cina, Unione Europea, India, Giappone, Corea del Sud, Russia e Stati Uniti d’America, che mira a dimostrare la fattibilità tecnica e scientifica dell’energia da fusione. Il processo richiede grandi quantità di energia per essere avviato e la sfida è riuscire a ottenere un plasma che produca più energia di quanta ne richieda il processo di avvio.
Anche Iter però non ha applicazioni commerciali: lo scopo è raggiungere una reazione di fusione stabile a fini di studio, e la struttura non è progettata per convertire la potenza termica prodotta in elettricità.
Alessandro Martegani