A partire da lunedì 19 aprile i turisti provenienti da Unione europea, ma anche Stati Uniti, Gran Bretagna, Serbia, Israele ed Emirati Arabi Uniti potranno entrare in Grecia mostrando un certificato vaccinale, oppure un test PCR negativo al Covid-19.
La decisione, presa la settimana scorsa, è il primo passo per una graduale riapertura del paese al turismo, che secondo i piani presentati dal governo ellenico dovrebbe completarsi entro il prossimo 14 maggio.
Fino ad oggi, chi entrava in Grecia doveva non solo mostrare un test negativo, ma anche sottoporsi ad una quarantena preventiva di una settimana dopo aver attraversato i confini.
Per la Grecia, provata dopo la lunghissima crisi finanziaria che dal 2008 ha devastato l'economia del paese, è fondamentale salvaguardare il settore turistico, che da solo rappresenta circa il 20% delle entrate nazionali. Nel 2019 – alla vigilia della pandemia - il paese è stato visitato da 33 milioni di persone, per un valore economico di circa 19 miliardi di euro.
Non a caso, il governo di Atene è stato il primo a proporre ai partner europei l'introduzione di un vero e proprio passaporto vaccinale – che dovrebbe essere introdotto a partire da maggio – per facilitare gli spostamenti all'interno dell'Ue nonostante il perdurare della pandemia.
L'iniziativa di Atene arriva malgrado la situazione epidemiologica in Grecia nelle ultime settimane sia tutt'altro che rosea: dopo una rapida crescita dei casi, oggi i numeri sembrano lentamente stabilizzarsi, ma gli ospedali ellenici restano sotto pressione e il numero dei morti da Covid-19 ha ormai raggiunto la soglia psicologica dei 10mila.
Francesco Martino