Una delegazione coi rappresentanti di tutti i partiti che appoggiano il governo bulgaro partirà nei prossimi giorni alla volta di Kiev. L'annuncio è arrivato da parte del premier Kiril Petkov, che fatica sempre di più a bilanciare tra gli alleati che supportano il suo esecutivo, spaccati sulla questione degli aiuti militari all'Ucraina.
Il Partito socialista bulgaro, tradizionalmente legato a Mosca, nelle scorse settimane ha fatto capire che l'invio di armi a Kiev avrebbe come conseguenza il ritiro dell'appoggio all'attuale esecutivo, in carica dallo scorso dicembre.
Al tempo stesso, la destra liberale di “Bulgaria democratica” ha preso una posizione diametralmente opposta, minacciando una crisi in caso di mancato supporto militare all'Ucraina.
Preso nel mezzo, il premier bulgaro, leader del movimento centrista “Continuiamo il cambiamento”, ha tentato di mediare, ma la situazione politica resta delicata. “Personalmente, credo che aiutare militarmente Kiev sia la cosa giusta”, ha dichiarato Petkov nei giorni scorsi. “Come premier, però, devo tener conto delle 'linee rosse' poste dagli alleati di governo”.
Il dibattito si è arroventato la settimana scorsa dopo la visita in Bulgaria del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, che ha posto esplicitamente alla politica bulgara di prendere posizione sull'invio di armi.
Per trovare una scappatoia, Petkov ha quindi proposto una visita collettiva in Ucraina, che dovrebbe mettere gli alleati nelle condizioni di decidere dopo aver valutato la situazione sul posto: nonostante l'ottimismo del premier, però, il rischio di una crisi di governo è tutt'altro che remoto.
Francesco Martino