Il progetto di legge polacco, che ha allarmato tutti coloro che si battono nel paese per il rispetto dei diritti umani porta un nome significativo che conferma la battaglia ideologica che il governo sta facendo nel paese. “Sì alla famiglia, no al genere” questa la sua denominazione che punta su una contrapposizione totalmente strumentale, volta a scardinare tutti i diritti legati non solo alle conquiste delle donne ma anche a quelle del mondo LGBTQI.
Secondo documenti governativi, ottenuti dal centro di giornalismo investigativo per i Balcani, le autorità polacche starebbero puntado a sostituire il trattato con un testo volto a vietare il matrimonio omosessuale e l’aborto, sotto una fantomatica convenzione sui diritti della famiglia.
Uno scenario molto pericoloso, che potrebbe far scuola in altri paesi dell’area dove questo tipo di diritti sono già sotto attacco, come l’Ungheria. Inoltre questa azione rischia di esacerbare ulteriormente il clima che si respira all’interno della Polonia, dove sempre più attivisti per i diritti delle donne e LGBTQI stanno denunciando minacce e aggressioni intimidatorie.
Barbara Costamagna