Il primo ministro britannico, Theresa May, ha chiesto all'Unione Europea un rinvio breve del Brexit, limitato al 30 giugno prossimo. Lo ha reso noto la stessa premier nel suo discorso alla camera dei comuni di Westminster, annunciando di avere inviato una lettera al riguardo al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. May ha escluso nettamente l'ipotesi di una proroga lunga definendo inaccettabile la prospettiva che la Gran Bretagna possa dover partecipare alle prossime elezioni europee a tre anni di distanza dal risultato del referendum del 2016.
Dopo la richiesta di proroga, May ha affermato di essere "determinata a proseguire", invitando i parlamentari britannici a scegliere cosa vogliono. "I parlamentari non hanno trovato un accordo e non ne usciremo in tempo per il 29 marzo: il ritardo è motivo di grande dispiacere personale per me", ha dichiarato ancora la premier, precisando che "un annullamento" del divorzio arrecherebbe "danni irreparabili al processo democratico".
L'Esecutivo comunitario ha comunque già fatto sapere di ritenere problematica, per questioni giuridiche e politiche, la data proposta, ossia il 30 giugno, suggerendo di anticiparla al 23 maggio, quindi prima delle elezioni europee, oppure di rinviarla almeno sino a fine anno. L'ultima parola spetterà in ogni caso ai rappresentanti di tutte le altre nazioni, che si occuperanno della questione quest'oggi a Bruxelles e il cui voto dovrà essere unanime. La Francia ha già fatto sapere che voterà contro il rinvio della Brexit se il governo di Londra non presenterà ai leader europei una strategia "verosimile" per l'uscita della Gran Bretagna dall'UE. Nel caso in cui il summit non sia risolutivo – un’evenienza molto probabile - un vertice bis sulla Brexit si potrebbe tenere il prossimo 28 marzo.
E. P.