Foto: Reuters
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La Commissione europea cerca di reagire a situazioni come quella che si era creata al confine fra Polonia e Bielorussia, dove i migranti erano stati usati come strumento di pressione sull’Europa, ma, secondo le organizzazioni umanitarie, andando nella direzione sbagliata.
La nuova proposta di regolamento preparato dalla Commissione europea ha infatti sollevato molte perplessità da parte di chi quotidianamente si occupa di accoglienza, in particolare per l’applicazione del principio di “strumentalizzazione dei migranti”.
La proposta prevede infatti che, nel caso un paese membro si trovi di fronte a una “strumentalizzazione dei migranti a fini politici”, possa attivare, su autorizzazione di Bruxelles, lo stesso modello applicato dalla Polonia, con chiusura e sorveglianza dei confini, e, ciò che preoccupa di più, l’esame delle domande d’asilo direttamente alle frontiere, con la previsione di requisiti specifici, e l’attivazione dei rimpatri d’emergenza.
“Abbiamo la responsabilità di garantire che gli Stati membri siano attrezzati per garantire una risposta rapida, coordinata ed europea alle situazioni di crisi, anche quando i migranti sono strumentalizzati”, ha detto il vice presidente della Commissione Margaritis Schinas. “Ora – ha aggiunto - tocca alla presidenza francese” guidare i negoziati in seno al Consiglio europeo nel primo semestre del 2022.
Il testo ha però sollevato molte perplessità per il rischio di violazione dei diritti dei migranti: secondo i critici ad un paese membro basterebbe dichiarare la “strumentalizzazione dei migranti” e la conseguente difficoltà, senza alcun bisogno di dimostrarla sulla base di dati oggettivi, per far saltare tutte le norme sulla procedura di asilo e sull’accoglienza, e non mancano i dubbi anche sulla possibilità per gli stati membri di controllare gli spostamenti interni, provvedimenti che, per la Commissione, dovrebbero salvare l’area di Schengen, mentre per i critici potrebbero affossarla definitivamente.
Nella bozza del testo, dice Gianfranco Schiavone, Presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà-Ufficio Rifugiati, in due lunghi pezzi pubblicati dal quotidiano il Riformista, la situazione di strumentalizzazione dei migranti non viene definita con precisione, e “la Commissione non fa mai riferimenti né a numeri elevati, né alla condizione giuridica delle persone coinvolte e strumentalizzate, le quali scompaiono dall’orizzonte del discorso come fossero tutti una indistinta massa minacciosa”.
“Basteranno – aggiunge - anche pochi e vacui argomenti per invocare l’esistenza di una situazione di strumentalizzazione dei migranti per permettere a uno stato membro di derogare quasi a tutte le fondamentali leggi vigenti nell’Unione in materia di asilo”. Critiche sono piovute anche sulla volontà di consentire controlli alle frontiere interne e accordi di riammissione, visto che la Corte di Giustizia dell’UE si è più volte pronunciata contro “alcune normative nazionali che autorizzavano un largo uso dei controlli alla frontiera interna allo scopo di prevenire o impedire l’ingresso o il soggiorno irregolari degli stranieri” e contro la pratica delle riammissioni.

Alessandro Martegani