Era stato annunciato qualche giorno fa dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che aveva dichiarato: "I progressi nella lotta contro il razzismo e l'odio sono fragili. È difficile da vincere, ma molto facile da perdere". La Commissione UE ha quindi presentato il "Piano d'azione dell’Unione Europea contro il razzismo 2020-2025", con una serie di azioni per contrastare il razzismo attraverso il diritto dell'UE, ma anche attraverso altri mezzi: dalla collaborazione con gli Stati membri, soprattutto le forze dell'ordine nazionali, i media e la società civile, all'esame della diversità etnica delle risorse umane della Commissione, fino al reclutamento di un coordinatore europeo per la lotta al razzismo.
Helena Dalli, commissaria per l'Uguaglianza ha affermato: "Nessuno nasce razzista, è una questione di come si cresce. Ecco perché ognuno di noi non deve pensare solo se è antirazzista, ma soprattutto se è contro i razzisti. Non c'è posto per la discriminazione razziale e il razzismo nelle società democratiche". La commissaria ha fatto leva sul fatto che il razzismo va affrontato a tutti i livelli di governance, per invertire la tendenza.
Il Piano prevede cinque livelli di azione. I due punti-chiave riguardano la nomina di un coordinatore alla lotta contro il razzismo e l'impegno della Commissione a migliorare la rappresentatività del proprio personale.
In particolare, il coordinatore per la lotta contro il razzismo dovrà avviare un dialogo regolare con le parti interessate, cioè istituzioni nazionali e minoranze etniche, incontrandosi con loro almeno due volte all'anno. Il coordinatore manterrà i contatti con le comunità minoritarie e interagirà con il Parlamento Europeo, la società civile, il mondo accademico e la Commissione, per rafforzare le risposte politiche nel campo dell'antirazzismo.
Davide Fifaco