Al centro dello scontro politico in Spagna ci sono un migliaio di pozzi illegali scavati negli ultimi anni da alcuni contadini dell'Andalusia, una delle regioni con la più alta produzione di fragole, per far fronte alla siccità che sta rischiando di comprometterne seriamente la coltivazione. Il governo regionale di centrodestra vorrebbe legalizzare questi pozzi, mentre quello centrale di centro-sinitra si oppone citando una serie di rischi ambientali, per contrastare i quali dalla Germania è partita un'estesa campagna di boicottaggio ambientalista che rischia di mettere a repentaglio uno dei settori più importanti dell'economia spagnola.
Le coltivazioni di fragole e frutti di bosco, infatti, generano circa 260mila posti di lavoro diretti e indiretti, producendo il 98 per cento dei frutti rossi coltivati in Spagna e il 30 per cento di quelli esportati nell'Unione Europea.
Teresa Ribera, la ministra spagnola della Transizione ecologica, ha detto che il piano del governo regionale andaluso sta «generando il panico» e creando un «serio rischio di reputazione» per la Spagna, accuse respinte al mittente. Nel frattempo però, una delegazione di nove parlamentari tedeschi che si occupano di temi ambientali ha dapprima annunciato una missione di «accertamento» sulle piantagioni della provincia di Huelva, per poi rimandarla per evitare di interferire con le elezioni politiche in programma il prossimo mese in Spagna.
Uno scontro politico che sembra anticipare le dinamiche in vista delle elezioni europee del prossimo anno. Lo scorso aprile, infatti, il Commissario europeo per l'ambiente, Virginijus Sinkevičius, dei Verdi, ha visitato la zona per mostrare sostegno al governo centrale. Il Partito Popolare Europeo, di centrodestra e di cui fa parte il Partito Popolare spagnolo che dovrebbe spuntarla alle prossime elezioni, lo ha accusato di sostenere la campagna elettorale dei Socialisti a ridosso del voto imminente.
Valerio Fabbri