La Procura francese ha chiesto cinque anni e l'ineleggibilità per altri cinque per la leader della destra Marine Le Pen. Nel caso fosse condannata ciò le vieterebbe di ricandidarsi alle elezioni presidenziali. La richiesta è stata avanzata per l'accusa di impieghi fittizi del suo partito nel periodo in cui era europarlamentare. Le Pen ha denunciato al termine dell'udienza la violenza e l'esagerazione di tali richieste, dichiarando che il desiderio dell'accusa è quello di privare i francesi della possibilità di votare per chi vogliono e di rovinare il partito. Mercoledì scorso la Procura di Parigi ha chiesto la condanna a cinque anni di carcere più cinque di ineleggibilità, vale a dire il divieto di candidarsi o ricoprire cariche pubbliche, nell'ambito del processo in cui Le Pen e altri 24 esponenti del suo partito sono accusati di avere usato in modo improprio i fondi pubblici dell'europarlamento tra il 2004 e il 2016, in quanto lo statuto dell'organo europeo vieta espressamente che i fondi versati ai deputati per assumere assistenti siano utilizzati per finanziare l'attività politica nazionale. La sentenza è attesa all'inizio del 2025, e se venisse confermato il periodo di ineleggibilità Le Pen non potrebbe correre per la quarta volta alle elezioni presidenziali, programmate nel 2027. Tra le altre cose i Pubblici Ministeri hanno chiesto che la sentenza di primo grado abbia esecuzione provvisoria, quindi che venga applicata immediatamente anche in caso di ricorso. Le Pen quindi non potrebbe candidarsi fino a una sentenza d'appello che revocasse l'ineleggibilità. Inoltre la Procura ha chiesto una multa di 300 mila euro per Le Pen e di 4,3 milioni di euro per il suo partito.
Franco de Stefani