"Vorrei che tra cinque anni l'Unione Europea fosse più pronta a garantire rapidamente e in maniera efficace gli aiuti umanitari, al contempo spero che siano il minor numero possibile le persone bisognose di tali aiuti". Cosi Janez Lenarčič, intervenuto ad una tavola rotonda. "Forse ciò può sembrare irreale", ha aggiunto, "di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici, che determinano condizioni estreme in fatto di calamità naturali come alluvioni e siccità, in ogni caso va aumentato il grado di preparazione per affrontare le emergenze. Gli aiuti umanitari sono destinati a popolazioni che si trovano ad affrontare situazioni di crisi al difuori dell'Unione Europea, che è il principale donatore, anche sottoforma di fondi per lo sviluppo. Non deve essere un meccanismo per gestire emergenze come le migrazioni", avverte Lenarčič, "ma chi necessita di aiuto deve ottenerlo. Si tratta in ogni caso di problemi legati tra di loro; le crisi umanitarie alimentano quelle migratorie; una rapida soluzione delle prime riduce le pressioni migratorie", è convinto Lenarčič, "da qui la necessità di un coordinamento con gli altri commissari dell'esecutivo comunitario per trovare adeguate sinergie". La visita a Lubiana è stata anche un'occasione per parlare di cambiamenti climatici, alla luce del sostanziale nulla di fatto al vertice ONU di Madrid. Lenarčič ha ricordato l'importanza del nuovo "Green Deal", illustrato la scorsa settimana dalla presidente della commissione, Ursula von der Leyen, percorso che intende portare l'Europa a diventare il primo continente "climaticamente neutro", attraverso una spesa ipotizzata di mille miliardi di euro. "Un progetto che va realizzato", cosi Lenarčič, "in quanto l'Europa deve continuare a giocare un ruolo primario nella lotta ai cambiamenti climatici".
Delio Dessardo