La lettera del Ministro degli esteri sloveno, Miro Cerar, al Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.
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Spettabile signor presidente del Parlamento europeo,
mi rivolgo a Lei in merito alle sue dichiarazioni nella Giornata del Ricordo, il 10 febbraio scorso a Basovizza.
Innanzitutto voglio sottolineare l'importanza del rispetto del ricordo dei tragici eventi avvenuti durante la guerra e subito dopo il conflitto. Inchinarsi di fronte alle vittime è un atto di civiltà indissolubilmente legato ai valori della riconciliazione e della convivenza tra i popoli. Su questi valori si basa l'Unione europea nata con l'obiettivo di evitare che mai si ripetano gli orrori delle due guerre mondiali e dei regimi totalitari del 20.mo secolo.
In qualità di presidente del Parlamento europeo, istituzione che rappresenta le cittadine e i cittadini dell’Unione, alla cerimonia di Basovizza Lei ha fatto delle dichiarazioni che non sono in sintonia con lo spirito dell’Unione europea ne’ con quello dei suoi valori fondanti. Al contrario, le sue dichiarazioni ci riportano ai tempi in cui la retorica istigava all’odio nei confronti di altri popoli e provocava tensioni tra popoli e Stati. A molti di noi le sue dichiarazioni sono pervenute come una minaccia, perciò ci aspettiamo le sue sincere scuse.
Precisare che le Sue parole sono state fraintese purtroppo non basta, perchè quelle parole sono in contrasto con i principi fondanti dell'ordinamento europeo, stabiliti con gli Accordi di Helsinki sulla sicurezza e la collaborazione in Europa.
Come premier della Repubblica di Slovenia ho avuto modo di ascoltare in più occasioni Suoi discorsi sui valori della democrazia, della pace e della cooperazione. Ha parlato dell'Unione europea come di un progetto di pace che si fonda sul superamento dei totalitarismi e degli eventi che nella storia hanno diviso i popoli europei. Da coloro che guidano le istituzioni europee mi aspetto proprio questo: che dicano chiaramente »no« al revisionismo storico, all'istigazione dell'intolleranza e all'inimicizia tra i popoli.
Al nostro continente, reduce da guerre e odio, l'Unione europea ha portato pace, prosperità, sicurezza e collaborazione tra i Paesi. La Slovenia sostiene fermamente il progetto europeo, lo costruisce assieme agli altri Stati membri e si impegna attivamente affinchè accedano quanto prima all'UE anche regioni che in tempi non tanto lontani hanno vissuto sulla propria pelle le conseguenze della retorica e delle politiche nazionaliste.
Spettabile signor presidente,
i tragici eventi della nostra storia comune non dovrebbero essere oggetto di reinterpretazioni politiche. Vorrei ricordarLe che un valido punto di partenza per un dibattito serio sui tragici fatti avvenuti durante e dopo la guerra è la relazione comune della Commissione storico-culturale italo-slovena »I rapporti sloveno-italiani tra il 1880 e il 1956« pubblicata nel 2000. Mi permetto di inviarle una copia di questa relazione sperando che questa possa aiutarLa a comprendere tutti gli aspetti degli sviluppi nel periodo storico preso in considerazione.
Riceva, spettabile signor presidente, i segni del mio profondo rispetto.