Londra ha bruciato il suo quarto Premier conservatore in sei anni ed e' sprofondata nell'ennesima crisi di governo. La crisi si annuncia senza precedenti per la velocita' alla quale e' avvenuta, ed e' destinata a proiettare l'ombra di un avvitamento di sistema per un Regno Unito a rischio di disunione. La situazione appare come una giostra fuori controllo. Con le opposizioni unite, i laburisti, i liberal democratici, gli indipendentisti scozzesi, che hanno invocato come un imperativo democratico la via d'uscita dal caos indicando le elezioni anticipate. Tale scelta sarebbe deleteria per i Tories, che probabilmente pagherebbero pesantemente la crisi attuale rispetto al trionfo alle urne di fine 2019. La Premier uscente Liz Truss rimane al suo posto finche' non sara' scelto un successore, per il quale le procedure dovranno essere piu' rapide rispetto a quelle del dopo-Johnson. Le nuove regole obbligheranno i pretendenti ad avere il sostegno di almeno cento dei circa 350 deputati della maggioranza e a non essere piu' di tre. Nel caso emergesse una convergenza di emergenza su una figura unica, la nomina avverra' direttamente a Westminster lunedi' prossimo, altrimenti i due nomi piu' votati dai colleghi dovranno sottoporsi a un voto elettronico o postale di spareggio da concludersi comunque venerdi' 28. L'obiettivo e' di avere un Premier nel pieno delle sue funzioni prima del 31, giorno della prevista illustrazione alla Camera dei Comuni della manovra sulle coperture finanziarie anti-crisi. Tra i nomi potenziali vi sono l'ex cancelliere Rishi Sunak, il Ministro Penny Mordaunt, ma anche l'ex Premier Boris Johnson.
Franco de Stefani