Nonostante le manifestazioni di protesta che in queste settimane hanno riempito le piazze di Bratislava, ieri iutti i 78 deputati dei tre partiti socialdemocratici e nazionalisti al potere hanno votato a favore della controversa legge sulla riforma della radio e televisione slovacca. I parlamentari dell'opposizione, in netta minoranza, hanno lasciato l'aula per protesta nei confronti di quella che molti considerano una manovra di Fico e dei suoi alleati per mettere le mani sull'informazione del paese.
La legge che deve essere ancora firmata dal presidente Peter Pellegrini (che sicuramente non farà ostruzionismo vista la sua vicinanza al premier slovacco) entrerà in vigore il prossimo primo luglio e sancirà lo smantellamento dell'attuale servizio pubblico. La RTVS verrà, infatti, rifondata con il nome di STVR, e sarà guidata da un consiglio composto da nove membri eletti direttamente dal governo e dal parlamento, che avranno la possibilità di licenziare a loro piacimento il direttore generale.
La ministra della Cultura Martina Šimkovičova, nel dibattito parlamentare prima del voto di ieri, ha sottolineato che con il disegno di legge il governo vuole rafforzare il carattere di diritto pubblico della televisione statale e garantire il rispetto del pluralismo e del principio democratico.
Di tutto altro avviso sono, invece, l'opposizione, i giornalisti e l'EBU che ritengono che questa legge minacci l'indipendenza dei media e che il governo voglia trasforma l'informazione pubblica in un mezzo di propaganda a suo favore, elimindando di fatto qualsiasi voce critica nei confronti della maggioranza. Anche l'ex presidente del paese, Zuzana Čaputova, si è espressa contro la legge.
L'opposizione chiederà una valutazione della costituzionalità della legge
L'opposizione ha già annunciato che chiederà alla Corte Costituzionale di valutare la costituzionalità della legge.
Barbara Costamagna