Foto: Reuters
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La riunione informale, convocata dal capo dell'Eliseo, è terminata con un'ampia gamma di interrogativi circa l'evoluzione del conflitto in Ucraina. I rappresentanti delle nazioni invitate hanno espresso consenso sulla necessità di incrementare la capacità deterrente dell'Europa e di fornire aiuto a Kiev di fronte all'aggressione russa. Tuttavia, è emersa una significativa divergenza di opinioni sulla questione dell'invio di contingenti militari occidentali sul territorio ucraino. Mentre il Primo Ministro britannico Keir Starmer ha ribadito la propria disponibilità a tale intervento, qualora ciò risultasse indispensabile per il raggiungimento e il mantenimento della pace, il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, unitamente al governo italiano, ha espresso riserve, definendo tale iniziativa prematura. Il disaccordo ha generato, di conseguenza, un clima di incertezza e perplessità tra i partecipanti, evidenziando le profonde divisioni esistenti all’interno della comunità internazionale riguardo alle modalità più opportune per gestire il problema. A vertice concluso, il Presidente francese ha contattato l’omologo ucraino riproponendo l'esigenza di un immediato cessate il fuoco e sottolineando la necessità che questo sia accompagnato da solide garanzie di sicurezza, in grado di assicurare al Paese invaso la protezione necessaria per far fronte alle attuali sfide e ricostruire il proprio futuro. Osservazioni condivise da Zelensky, il quale ha anche evidenziato il rischio di un nuovo inganno russo in assenza di tali garanzie. Entrambi hanno manifestato profonda preoccupazione riguardo alla possibilità che un cessate il fuoco, privo di solide basi e di natura precaria, possa essere strumentalizzato come semplice espediente tattico, finalizzato a concedere alla controparte l'opportunità di riorganizzarsi e riaccendere le ostilità un domani. Secondo Macron, la chiave per una giusta soluzione risiede nella cooperazione attiva e proficua tra tutti gli attori europei, gli Stati Uniti e l'Ucraina.

Alessia Mitar