Smentite le previsioni che davano “Ensemble!”, la coalizione guidata dal presidente Emmanuel Macron, con un numero di eletti tale da poter raggiungere anche per poco la maggioranza assoluta. Il "Nupes" di Jean-Luc Mèlenchon si è rilevato, invece, un competitor pericoloso e non è stato il solo, visto che ottimi risultati sono stati raggiunti a sorpresa anche da Marine Le Pen, che, sebbene non abbia praticamente fatto campagna elettorale, è riuscita a far aumentare il numero di deputati del suo partito da 8 dello scorso governo a una novantina.
Ora Macron dovrà gestire questa situazione non semplice. Per prima cosa si dovrà probabilmente rivedere il governo in carica. In tante sfide, infatti, erano coinvolti ministri del nuovo governo di Elisabeth Borne, che secondo una legge in vigore dal 2007 in caso di sconfitta sono tenuti a rassegnare le dimissioni. Tra questi non ci sarà la Borne, eletta parlamentare con il 52,46%, ma ci sono molte altre figure vicine al presidente, tra le quali tre ministri e il presidente dell’Assemblea nazionale.
Inoltre si profila la situazione di un parlamento in coabitazione difficilmente governabile, con la forza più moderata che sarà rappresentata dai Repubblicani, mentre per il resto Macron dovrà negoziare con due attori politici diametralmente distanti dalla sua visione.
Gioiscono Marine Le Pen ed anche anche Jean-Luc Mèlenchon nonostante il suo Nupes sul lungo potrebbe vedere qualche incrinatura dovuta alle divergenze che esistono su alcuni temi tra i suoi soggetti più radicali e quelli più moderati.
Barbara Costamagna