Foto: Reuters
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L'ex capo dello Stato russo, ora vicepresidente del Consiglio di sicurezza, Dmitry Medvedev, ha affermato che la guerra in Ucraina potrebbe continuare per "decenni" se "l'essenza stessa del governo neonazista" di Kiev non viene eliminata. Secondo Medvedev quindi "questo conflitto sarà duraturo, forse decennale" e porterà "una nuova realtà" e "nuove condizioni di vita". Nel caso il governo ucraino rimanesse al potere, ci "saranno tre anni di tregua, altri due di conflitto e poi tutto ricomincerà". Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ha inoltre detto che l'Ucraina potrebbe scomparire dopo la fine dell'operazione militare speciale della Russia e il suo territorio potrebbe essere diviso tra Mosca e diversi stati europei.
Medvedev è anche convinto che fino a quando "ci sarà l'attuale regime e il clown Zelensky al potere a Kiev", i colloqui di pace "saranno impossibili. Tutto finisce sempre con i negoziati", ha spiegato. "Questo è inevitabile, ma finché queste persone saranno al potere, la situazione per la Russia non cambierà in termini di negoziati".
Il Ministero degli Esteri di Mosca, al contempo, ha valutato positivamente l'iniziativa di pace del Vaticano, ha però fatto notare che finora la Santa Sede non ha preso iniziative per il viaggio di un emissario in Russia. "Qualsiasi sforzo in questa direzione avrà senso solo se si terrà conto della ben nota posizione di principio della Russia su possibili negoziati di pace", ha affermato ancora il Ministero. Ha infine fatto notare che "a differenza della Russia, che è pronta al dialogo, il regime di Kiev rifiuta negoziati con Mosca".
Il capo dell'ufficio presidenziale ucraino, in un'intervista all'agenzia di stampa russa Interfax, ha però detto che un vertice per la pace "è necessario" e Kiev vuole che si tenga "il prima possibile: l'ideale sarebbe luglio". Tuttavia, il summit, secondo le sue parole, dovrebbe basarsi su "piano di 10 punti" presentanti dalla parte ucraina.


E. P.