Dopo mesi di instabilità politica in Montenegro è entrato in carica un governo di minoranza, che dovrà portare il paese ad elezioni anticipate nella prossima primavera. A guidarlo sarà il riformista Dritan Abazović. Con 45 voti a favore su 81 e il decisivo appoggio esterno del Partito democratico dei socialisti del presidente Milo Đukanović, la settimana scorsa il parlamento di Podgorica ha sancito la creazione di un nuovo governo di minoranza, guidato dal giovane riformista Dritan Abazović.
Obiettivo dichiarato del nuovo governo è rilanciare le prospettive europee del Montenegro da qui alla prossima primavera, quando i cittadini verranno nuovamente chiamati alle urne per scegliere un nuovo esecutivo.
Si chiude così, almeno per il momento, la lunga fase di instabilità politica che ha segnato il piccolo paese sull'Adriatico negli ultimi mesi. Lo scorso 4 febbraio, l'esecutivo di Zdravko Krivokapić aveva infatti terminato il suo complicato percorso politico dopo un voto di sfiducia, appoggiato dallo stesso Abazović, fino ad allora partner di governo.
Insieme ad URA, il movimento riformista del nuovo premier, appoggiano il nuovo governo il Partito popolare socialista, i socialdemocratici e i partiti delle minoranze bosgnacca, croata ed albanese.
Il blocco politico "Per il futuro del Montenegro" di Krivokapić e l'alleanza "La pace è la nostra nazione", che avevano posizioni dominanti nel precedente esecutivo, hanno boicottato il voto in parlamento, accusando Abazović di aver tradito il mandato delle elezioni del 2020, che per la prima volta in trent'anni hanno visto la sconfitta dell'attuale presidente Đukanović.
Proprio il partito di Đukanović ha fornito al nuovo governo il necessario sostegno esterno, una posizione da cui proverà a tornare al centro della vita politica montenegrina nei prossimi mesi.
Francesco Martino