Foto: Reuters
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Il presidente russo, Vladimir Putin, ha affermato che al momento l’instabilità globale è in crescita, "i vecchi focolai di tensione si espandono e ne emergono di nuovi in varie regioni. La crisi energetica e alimentare", secondo Putin "è provocata dagli Stati Uniti e da altri Paesi occidentali".
Secondo il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, il coinvolgimento diretto degli Stati membri della Nato nella crisi ucraina aumenta il rischio di un conflitto nucleare. L'ex capo dello Stato russo, Dmitry Medvedev, attuale vicecapo del Consiglio di Sicurezza nazionale, ha avvertito al contempo che anche l'aumento delle forniture di armi all'Ucraina da parte dell'Occidente, inclusi i jet F-16, potrebbe incrementare il rischio di uno scenario apocalittico nucleare. Medvedev ha poi criticato la Nato per non prendere sul serio la possibilità di un conflitto nucleare. Gli eventi potrebbero evolversi in modo imprevedibile, ha aggiunto, e l'Alleanza nord-atlantica ne assumerebbe la piena responsabilità.
Il capo del governo britannico, Rishi Sunak, ha intanto dichiarato che gli alleati occidentali dell'Ucraina sono pronti a sostenere il Paese nella guerra "per anni". Sunak ha sottolineato che la strategia della Russia di "aspettare che le persone in Occidente si stancheranno e si annoieranno non funzionerà".
E per domani è prevista intanto una riunione virtuale del gruppo di contatto per la difesa ucraina per discutere le misure da mettere in campo per rafforzare le capacità militari e la difesa aerea di Kiev. Il segretario alla Difesa statunitense, Lloyd Austin, ha avuto un colloquio telefonico con l'omologo ucraino, Oleksii Reznikov, ed ha aggiornato la controparte sugli ultimi aiuti militari inviati da Washington a Kiev.


E. P.