Dopo le presidenziali e in vista delle legislative in Francia a sinistra sembra essersi capito che solo uniti si può riuscire a imporsi sulla scena politica del paese e perciò un 'Fronte Popolare di partiti di sinistra' si sta delineando all'orizzonte per contrapporsi al partito del presidente Emmanuel Macron e all'estrema destra di Marine Le Pen.
Dopo gli ecologisti e i comunisti, questa settimana alcuni rappresentanti del Partito Socialista hanno negoziato con la 'France Insoumise' (LFI), il partito di Jean-Luc Mélenchon, che la scorsa tornata elettorale ha ottenuto il 22% dei consensi, rischiando di arrivare addirittura al ballottaggio.
Dopo una settimana di trattative, Insoumise e socialisti sembrerebbero aver raggiunto un "accordo di principio" sul dossier delle circoscrizioni elettorali, anche se non tutti all'interno del partito hanno espresso i loro dubbi su questo tipo di scelta che implica l'accettazione di una serie di posizioni divergenti.
Il patto che dovrebbe venire siglato, infatti, sembrerebbe fondarsi su un approccio critico troppo nei confronti dell'attuale Unione europea. Un cambio di rotta dentro e fuori i confini nazionali è quello che prefigurano i ''ribelli'' della 'France Insoumise', che ritengono che per fare gli interessi del paese e applicare il loro programma non si possa escludere di non »rispettare« e »disobbedire« alle regole o ai trattati europei.
Barbara Costamagna