"L'Alleanza Atlantica è una organizzazione moderna, in grado di reagire con la massima efficacia alle odierne minacce alla sicurezza, adattandosi alle nuove sfide e investendo nel futuro", ha evidenziato Stoltenberg. Il documento ripercorre gli ultimi 12 mesi e comprende una serie di sezioni speciali in occasione del 70.esimo anniversario della NATO. Contiene poi i dati sulle spese militari sostenute dai 29 paesi membri. Il target fissato dall'Alleanza Atlantica è del 2 per cento del PIL, ma pochi hanno finora centrato questo obiettivo. Al primo posto figurano gli Stati Uniti, con il 3,39 per cento di spesa, tra i partner europei soltanto Grecia, Regno Unito, Lituania, Lettonia, Estonia e Polonia raggiungono o superano di poco il 2 per cento. Tutti gli altri sono al disotto, comprese Germania e Francia. La Slovenia si colloca agli ultimi posti, è 25.esima, con l'1,02 per cento. Scende poi all'ultimo posto se si considera la quota destinata all'acquisto di nuovi equipaggiamenti per l'esercito dall'intero ammontare dei fondi a disposizione del Ministero della Difesa; l'8,2 per cento, mentre la NATO vorrebbe almeno il 20. Guardando complessivamente, la media per le spese militari si attesta al 2,4 per cento, scende all'1,5 se si prendono in considerazione soltanto i paesi del vecchio continente. Ricordiamo che al vertice NATO dello scorso anno, il presidente statunitense Trump era giunto a minacciare l'uscita dall'organizzazione se non ci fosse stato un aumento immediato dei contributi da parte degli alleati europei. Dati alla mano il traguardo del 2 per cento del PIL per la spesa militare che i Paesi Nato avevano fissato nel 2014 è ancora molto lontano da raggiungere e un obiettivo del 4 per cento, come ipotizzato da Trump, appare praticamente impossibile.
Delio Dessardo