“Il consumo moderato di bevande alcoliche in sé non costituisce un fattore di rischio per il cancro”. Questa piccola modifica al piano di azione anti-cancro approvato in settimana dall'Europarlamento, ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai produttori di vino in tutta Italia.
La tensione in uno dei settori più importanti dell’agroalimentare e dell’export italiano, che secondo la Coldiretti fattura 12 miliardi di euro e conta 1,3 milioni di lavoratori, era salita negli ultimi giorni: all’interno del Cancer Plan, Bruxelles aveva indicato il consumo di vino come una delle cause del cancro, e proponeva anche di stampare sulle etichette foto simili a quelle già presenti sui pacchetti di sigarette, oltre a marcare ogni bottiglia con un bollino nero, che segnala un cibo altamente nocivo.
Il vino era sotto attacco anche per quanto riguarda il “nutri score”, il sistema di etichettatura a semaforo, già contestato dall’Italia perché poneva fra i cibi da evitare anche prodotti simbolo della cucina italiana, come il prosciutto crudo o il parmigiano, e le ultime notizie provenienti da Bruxelles avevano provocato una levata di scudi da parte dei produttori e anche della politica. Il dissenso era diffuso anche all’interno del Parlamento europeo, ma per ora il pericolo sembra scampato.
Dal testo del piano è stato cancellato il riferimento generico al vino come sostanza nociva, così come la previsione di avvertenze sanitarie in etichetta, sostituita da un invito a migliorare l'etichettatura e a fornire informazioni su un consumo moderato e responsabile di alcol.
Il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli ha sottolineato come l’Italia si sia opposta “alle strumentalizzazioni e, ancora una volta, al tentativo di etichettare le nostre eccellenze in maniera fuorviante, - ha detto - con improbabili bollini neri”.
“C'è una profonda differenza – ha aggiunto il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio - fra abuso e consumo moderato e responsabile: il vino è cultura, socialità, racconta e rende unici i nostri territori, - ha concluso - fa parte della nostra storia e della dieta mediterranea”.
Alessandro Martegani