La risoluzione con cui si è voluto costringere Mosca a fermare le operazioni militari in Ucraina ha ottenuto undici voti a favore, tre astensioni e un voto contrario, da parte della Russia. Dal documento è stata cancellata la parola "condanna" così come pure un riferimento al capitolo 7 della Carta delle Nazioni Unite, che consente ai membri di intraprendere un'azione militare per ristabilire la pace. La Cina, che ha rifiutato di criticare l'attacco della Russia, è stata tra le astensioni nella sede delle Nazioni Unite a New York. Sulla crisi tra Mosca e Kiev, Pechino prende una posizione ben definita; in questo momento risulta fondamentale assicurare rispetto e salvaguardia della sovranità e dell’integrità territoriale dell'Ucraina, ma bisogna al contempo ascoltare le ragioni e le pretese di Mosca, quali le legittime richieste di sicurezza. Intanto, al termine del vertice straordinario della Nato, il segretario generale, Jens Stoltenberg, ha annunciato il dispiegamento di migliaia di uomini, 100 aerei e 20 unità navali per rafforzare il fianco Est dell'Alleanza. Le misure, assicura, sono e restano preventive, proporzionate e non sono improntate a un'escalation. L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ha nel frattempo interrotto il processo di adesione della Russia e ha annunciato la chiusura del suo ufficio a Mosca. "L'OCSE è fermamente solidale con il popolo ucraino" si legge in una nota che condanna con la più grande fermezza l'aggressione su grande scala della Russia contro il vicino paese.
Maja Novak