In Belgio la maggioranza ha confermato la decisione di spegnere tutti i reattori nucleari nel prossimo futuro. Il governo federale ha approvato il cosiddetto piano A, che prevede la cessazione dell'attività dei reattori nel 2025. Allo stesso tempo il Paese non abbandonerà completamente l'energia nucleare, investendo circa 100 milioni di euro in piccoli reattori modulari. I vecchi reattori verranno chiusi, mentre gli investimenti verranno trasferiti su una nuova generazione di reattori. L'idea non è nuova; già nel 2003 era stata presa in Belgio la decisione di abbandonare l'energia nucleare, ma alcune forze politiche avevano chiesto e ottenuto di mantenere operativi almeno due dei reattori più moderni per evitare problemi con l'approvvigionamento elettrico. Nel 2020, la filiale belga della società energetica francese Electrabel ha notificato ai dipendenti la sua intenzione di interrompere l'allocazione di fondi per garantire la longevità delle centrali nucleari sullo sfondo delle incertezze relative alla graduale eliminazione del nucleare nel Paese. La società temeva che il tempo rimanente non sarebbe stato sufficiente per completare una lunga serie di passaggi per estendere il funzionamento dei reattori; si è quindi deciso di rinunciare a tutti i reattori entro il 2025, senza attendere la decisione definitiva del governo. La decisione del goveno belga arriva mentre nell'Unione europea resta alta la tensione per includere il nucleare e il gas nell'elenco delle fonti sostenibili per gli investimenti in favore del Green Deal. Divergenze si sono venute a creare tra Francia e Germania sul futuro dell'atomo: Parigi non intende rinunciarvi mentre Berlino tira dritto sulla strada della progressiva chiusura delle centrali. (a.c.)
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