Erano 120 i migranti a bordo del gommone, naufragato ieri al largo della costa libica. Ad avvistare l'imbarcazione è stata la Marina Militare italiana, che è riuscita a trarre in salvo tre persone, due sudanesi e un gambiano, che sono poi stati portati nell'hotspot di Lampedusa in grave stato di ipotermia.
Il naufragio è avvenuto dopo circa 11 ore di navigazione. Secondo un portavoce dell'Oim, il gommone ha iniziato ad imbarcare acqua e quindi affondare. Prima di essere recuperati i tre superstiti hanno passato diverse ore in acqua. Tra i dispersi, 117, ci sarebbero anche due bambini e 10 donne, di cui una in stato di gravidanza.
In una nota della Guardia Costiera italiana si legge che "l'operazione, sotto il coordinamento libico, si è conclusa dopo l'intervento di un elicottero della Marina Militare italiana, che ha tratto in salvo tre naufraghi; una nave mercantile dirottata dai libici, giunta in zona, ha effettuato un'attività di ricerca non trovando alcuna traccia del gommone".
Intanto altri 47 migranti, a bordo di un gommone in difficoltà, sono stati soccorsi dalla nave Sea Watch 3 nel mar Mediterraneo. Lo ha reso noto l'ONG in un tweet, precisando di aver "ricevuto l'allarme dato da Alarm Phone e Moonbird a proposito di un'imbarcazione in avaria. Dopo una ricerca siamo riusciti a trovarli. Ora sono al sicuro", ha scritto la ONG.
Il premier italiano, Giuseppe Conte, si dice "scioccato da questa nuova strage. Siamo più convinti di prima nel contrastare i trafficanti", ha affermato. "Come premier non avrò pace fino a quando questi trafficanti, uno a uno, non saranno assicurati alla Corte internazionale penale", ha detto ancora il primo ministro.
E. P.