Nel continente Europeo sono quasi un milione le sospette vittime di tratta e/o di grave sfruttamento, ma solo una piccola parte di esse entrano ogni anno in un programma di assistenza e protezione come vittime di gravi reati, si tratta di oltre 20 mila individui tra giovani donne, uomini e minori. Il fenomeno è in costante aumento e oltre alla prostituzione si sono consolidate altre forme di sfruttamento nell'ambito del lavoro (il caporalato nel settore agricolo), dell'accattonaggio e delle attività illegali (spaccio e furti) che rappresentano un enorme business per le reti criminali transnazionali.
Il Ministero degli Interni sloveno con vari progetti punta a sensibilizzare in particolare il settore pubblico dei rischi che comporta l'assunzione di fornitori di servizi esterni. Frequentemente in violazione dei diritti dei lavoratori, che sono parte integrante del modello di business nel subappalto e delle responsabilità del committente per rilevare e riconoscere lo sfruttamento, il lavoro forzato o anche di esseri umani. Abusi che pure nel nostro paese nell'ultimo decennio si stano rafforzando. E l'aumento si registra appunto nelle istituzioni pubbliche, che si affidano all'outsourcing. Soprattutto per quanto attiene i servizi di pulizia e di sicurezza. Ma riguarda pure altre aziende come quelle di contabilità, di gestione delle macchine informatiche, di call center e di servizi di posta elettronica. L'ente Porto di Capodistria ad esempio è stato per mesi nell'occhio del ciclone a tal proposito. Infatti, per espletare determinati lavori viene dato incarico a una società esterna specializzata, al fine di ottenere l'abbattimento di costi e spesso il taglio di determinate risorse interne per focalizzarsi di più sul "core business aziendale". L'azienda che appalta pertanto è sollevata dalle responsabilità per quanto riguarda la tutela dei diritti dei lavoratori - favorendo in questo modo lo sfruttamento.