Ore 16.00 Momento centrale della visita dei due presidenti la cerimonia in Piazza Europa/Transalpina dove i Capi di Stato stanno assistendo al concerto. Apertura con una solista che vive a Gorizia e che studia a Nova Gorica, con una orchestra fatta di giovani di ambo le parti del confine. Dopo i saluti dei sindaci delle due Gorizie i due presidenti, chiamandosi per nome, non hanno nascosto la grande amicizia che gli unisce. Entrambi hanno sottolineato che il gesto del 13 luglio 2020 e l’omaggio reso a due monumenti simbolo delle sofferenze dei rispettivi popoli si è messo una pietra sopra il passato. Un passato pesante, che non può venir cancellato, ma per i due presidenti questo vuole essere un momento per guardare al futuro, un futuro comune che superi i drammi della storia. Il presidente Borut Pahor poi ha insignito Sergio Mattarella della più alta onorificenza slovena
Ore 15.35 Soddisfazione degli esponenti della comunità italiana dopo il pranzo di lavoro con i sue capi di stato. Il deputato Felice Žiža ha definito l'incontro “indimenticabile”. “Abbiamo ringraziato i presidenti per tutto quello che hanno fatto negli ultimi anni e soprattutto per l’atto di riconciliazione dello scorso anno. Questo, secondo Žiža, ha portato ad un “miglioramento dei rapporti tra i nostri paesi”, mente ora ci sono tanti progetti “da portare avanti insieme”. Anche il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul ha sottolineato l’importanza del gesto di riconciliazione del 13 luglio 2020, quando i presidenti hanno visitato insieme la Foiba di Basovizza, il monumento ai Martiri antifascisti di Basovizza e il Narodni dom. Tremul non ha mancato di auspicare che questo percorso venga portato avanti dalle istituzioni e soprattutto dalla società civile, coinvolgendo sia il mondo della diaspora sia la Croazia. L’idea è quella di una regione di pace “Alpe Adria” che coinvolga insieme Slovenia, Croazia e Italia, le due minoranze e gli esuli. Auspicato anche che ci sia “una permanenza di mantenimento del rapporto di unitarietà della Slovenia e dell’Italia verso la Comunità nazionale italiana, che è l’unico che può dare prospettive di sviluppo e di crescita” alla minoranza per il futuro. Tremul ha anche ribadito la richiesta di una legge d’interesse permanente per la Comunità nazionale italiana.
Ore 15.30 Breve passaggio dei due presidenti al Teatro Verdi di Gorizia. Anche qui si sono ripetuti gli onori militari. Le rigidissime misure di sicurezza vengono allentate, per consentire al alcune decine di persone di avvicinarsi e salutare i capi di stato.
Ore 14.30 Gorizia blindata, per la visita dei due presidenti ad una mostra dedicata al quotidiano “Il Piccolo”. Le transenne non fanno sentire il clima di festa, che invece si respirava dall’altra parte del confine. Non mancano le proteste sui social.
Ore 13.30 Dopo gli onori militari a Nova Gorica i presidenti si sono spostati verso Salcano, dove era in programma il pranzo e una serie di incontri. La nostra inviata Lara Drčič ci ha raccontato che le delegazioni delle minoranze accompagnavano i due presidenti.
Ore 12.30Come racconta la nostra inviata, Barbara Costamagna, è stata una visita inizata sotto una pioggia battente in Piazza Bevk a Nova Gorica, dove il presidente italiano Sergio Mattarella è stato ricevuto con gli onori militari dal Capo dello Stato sloveno, Borut Pahor.
Un fitto programma, quello odierno, a cui partecipano anche i rappresentanti delle minoranze italiana e slovena. I due deputati, Felice Žiža e Tatjana Rojc, con il presidente della Comunità autogestita Costriera, Alberto Scheriani, quello dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, quella dell’SKGZ, Ksenija Dobrila e del SSO Walter Bandelj, presenzieranno anche al pranzo con i due capi di stato.
Nel pomeriggio tutta una serie di appuntamenti, mentre il momento centrale della giornata sarà quando Pahor e Mattarella arriveranno in Piazza della Transalpina o Piazza Europa per pronunciare i discorsi solenni, assieme ai sindaci di Nova Gorica, Klemen Miklavič e di Gorizia, Rodolfo Ziberna.
Un clima di festa quello che si è respirato sin dalla prima mattina. Il deputato della comunità nazionale italiana, Felice Žiža, ha dichiarato ai nostri microfoni che l’incontro di oggi è un fatto molto positivo per le due minoranze. La speranza è che i presidenti possano aiutare ulteriormente “l’attuazione dei diritti e la vita pubblica delle due comunità” su un territorio che è orami unico e senza confini. Per il presidente della Comunità autogestita costiera, Alberto Scheriani questa è una giornata di festa: "importante per queste terre che hanno tanto sofferto nel secolo passato, un modo per voltar pagine per scrivere una storia diversa fatta di unità, collaborazione e tanti progetti comuni per una storia senza più confini.”.
Sensazioni di permeate felicità e di buoni auspici per il futuro, quello che respira Ksenja Dobrila dell’SKGZ, per un’area che si prospetta transazionale e trans culturale. "L’aspirazione ora è di arrivare ad una collaborazione trans nazionale all’insegna dell’interscambio e dell’integrazione, nonché della conoscenza reciproca delle lingue e della cultura creando quel pezzo d’Europa che i padri fondatori hanno sempre sognato". Un altro buon auspicio è il ritorno del Narodni dom alla comunità slovena in Italia. Per Walter Bandelj dell’SSO, questa non è altro che la continuazione del 13 luglio 2020, quando i presidenti sono andati a Basovizza ed al Narodni dom: "un auspico di collaborazione tra i due stati, iniziato tra Gorizia e Nova Gorizia, che si spera di estendere anche tra Trieste e Capodistria, per fare squadra e fare tante cose insieme".
Per il sindaco di Nova Gorica, Klemen Miklavič, la visita dei due presidenti da coraggio per il futuro. La consapevolezza è quella di svolgere "un ruolo importante e anche di essere una speranza per il futuro dell’Unione Europea". Per il sindaco di Gorizia quello che si sta facendo è costruire il futuro per i giovani della due città, ma anche di dimostrare al resto d’Europa che anche in quei luoghi dove ci sono state mille tensioni mille tragedie si può costruire un rapporto di coesione internazionale. "Possiamo essere una testimonianza, una buona pratica, per quei paesi in cui il confine rappresenta ancora un elemento di divisione e non di coesione”.
Barbara Costamagna, Lara Drčič