È scontato che sarà un finesettimana più stressante del solito per le forze dell'ordine che anche senza le festività pasquali si scontrano con l'indisciplina dei cittadini che nei Balcani è forse anche più diffusa rispetto al resto del continente. Le chiese ortodosse che sono nazionali esortano i fedeli a non mettere a repentaglio la propria salute e la salute degli altri, ma in alcuni caso non è stato facile convincere gli stessi patriarchi a prendere atto della situazione particolare che c’è quest'anno. In Serbia il patriarca Ireneo ha cercato fino all' ultimo di ottenere la revoca del coprifuoco che viene praticato ogni weekend ininterrottamente da venerdì pomeriggio fino a lunedì mattina, in settimana scatta ogni giorno alle 17 e finisce alle cinque del mattino, però di fronte al no categorico del presidente Vučić ha dovuto cedere e i due leader, quello politico e quello religioso, hanno lanciato insieme nel corso di una conferenza stampa congiunta l'appello ai fedeli affinché festeggino la Pasqua in famiglia. Ma non tutto il clero è d'accordo e nei giorni scorsi a Niš, città industriale del Sud, un gran numero di persone ha partecipato al rito liturgico. Il coprifuoco è stato esteso anche a tutta la giornata di lunedì, ma nessuno è tranquillo. Analogo coprifuoco di finesettimana anche in Macedonia, per complessive 85 ore, una in più della Serbia, e già da giovedì è vietato passeggiare nei parchi e negli altri luoghi di ricreazione. In Montenegro non è stato adottato il coprifuoco continuo, oggi scatta alle 13, domani alle undici, più liberale il regime in Bulgaria dove sono ammessi i riti nelle chiese se in regola con le disposizioni igieniche e i fedeli vengono esortati a non baciare il rituale mantello di Gesù. Chiuse invece fino al 14 maggio le chiese in Romania che con i suoi 20 milioni di abitanti detiene il record balcanico dei contagi, circa settemila. La Grecia ha intanto mobilitato gran parte dei suoi 52-mila poliziotti che saranno aiutati da elicotteri e droni. Quasi il dieci per cento della popolazione è pronta, secondo un sondaggio, a non attenersi alle istruzioni delle autorità e preoccupano soprattutto le tradizionali feste locali. Nelle ultime settimane i greci hanno già pagato più di 40-mila multe.
Boris Mitar