Prima un attacco a colpi di lanciarazzi contro il ministero della sicurezza nazionale nella capitale Tiraspol', poi il danneggiamento di due potenti antenne nel villaggio di Maiac utilizzate per trasmettere programmi radio russi.
La Transnistria, regione separatista della Moldavia, al confine occidentale dell'Ucraina, nei giorni scorsi ha visto un brusco innalzarsi del livello di tensione. Una situazione estremamente delicata, che rischia di far allargare ulteriormente il conflitto iniziato con l'invasione russa dell'Ucraina.
Dopo gli attacchi è seguito uno scambio di accuse incrociate: per il governo di Chișinău si tratta di provocazioni orchestrate da Mosca per poter intervenire anche contro la piccola Moldavia, una posizione condivisa anche dalle autorità di Kiev.
Mosca ha invece espresso preoccupazione per bocca del vice-ministro degli Esteri Andrey Rudenko, che ha affermato che il Cremlino "vorrebbe evitare" lo scenario in cui la Transnistria venga trascinata nel conflitto.
Sottile striscia di terra sulla riva sinistra del fiume Dnestr, la Transnistria si è dichiarata indipendente dalla Moldavia dopo una breve guerra nel 1992. Un'indipendenza non riconosciuta, ma garantita dalla Russia, che staziona nell'area 1500 militari e conserva in Transnistria larghe riserve di armamenti.
La tensione in Transnistria cresce dopo le dichiarazioni del generale russo Rustan Minnekaev, comandante del distretto militare centrale, secondo il quale il nuovo obiettivo militare di Mosca è il controllo totale dell'Ucraina meridionale, fino a raggiungere proprio la piccola repubblica sul Dnestr.

Francesco Martino

Foto: Ksenja Tratnik/MMC RTV SLO
Foto: Ksenja Tratnik/MMC RTV SLO